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Il viaggio in Australia di Luca Aldegheri: moto, amore e IKEA

Riparte l’appuntamento con le interviste a chi ha realizzato il sogno di  vivere in Australia. Questa settimana ho avuto il piacere di parlare con un giovane milanese di 33 anni che è partito dall’Italia con un obiettivo e si è adoperato per raggiungerlo.

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Una combinazione strategica di determinazione, volontà e un pizzico di ambizione che lo hanno portato a due anni dal suo arrivo a ricevere lo sponsor da una grande azienda famosa in tutto il mondo…

Curiosa di conoscere la sua storia…

Let’s start…

Tutto ebbe inizio una sera di fronte a bicchiere di vino rosso.

Dopo esserci scambiati le classiche domande: “Come mai sei venuto in Australia?” e “Cosa ti mancava in Italia?”, mi sono resa subito conto che quello che Luca mi stava dicendo non erano altro che i miei stessi pensieri.

Ma andiamo per ordine e vediamo di conoscere meglio Luca Aldegheri...

“Ciao a tutti mi chiamo Luca, milanese di 33 anni e professionista nel settore del commercio al dettaglio, con una laurea triennale in Scienze internazionali e istituzioni europee. Proverò a raccontarti un po della mia vita in Italia e del perché un giorno ho deciso di prendere un aereo per andare in un Paese nel quale non ero mai nemmeno stato, nel Dicembre del 2014: spero che questo aiuti te che stai leggendo a prendere la migliore decisione possibile per il tuo futuro”

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Come si articolava la tua vita in Italia?

La mia vita italiana era arrivata ad essere una routine consolidata fatta di lavoro, fidanzata e amici (senza dimenticare la mia vera anima gemella, primissimo hobby e scaccia pensieri, la mia moto), con tutti gli alti e i bassi di una persona che era riuscita a trovare una propria armonia nel suo vivere quotidiano. Il mio contratto a tempo indeterminato mi dava una certa sicurezza, così come i luoghi, il cibo, le persone che ero abituato a vedere sin da quando ero bambino nella mia amata Milano. Ero pienamente a mio agio nella zona di comfort che ero riuscito a costruirmi, senza nessuna intenzione di guardare oltre i confini della mia città; pronto a stabilirmi definitivamente.

Qual è stata la ragione principale per cui sei partito per l’Australia e come hanno reagito i tuoi genitori, i tuoi amici e i tuoi cari quando gli hai comunicato la decisione della tua partenza? 

Ma, come mi disse il marito di mia madre quando sono partito, dentro di me c’è sempre stato il desiderio nascosto di provare qualcos’ altro, di scoprire cose nuove e, finalmente, di imparare l’Inglese. Chi mi conosce sa che sono partito pochi mesi dopo aver interrotto una relazione lunga sei anni e, benché sia consapevole che questo evento così traumatico abbia fatto parte della mia scelta, sono ancora convinto che imparare l’Inglese sia la motivazione principale per la quale ho lasciato l’Italia. Imparare l’Inglese per me significa essere in grado di vivere in un paese straniero, entrare in contatto con persone provenienti da altre realtà: questo è quello che intendo quando dico che sono partito per impararlo. O forse sono partito perché volevo avere una storia da raccontare un giorno ai miei figli… Spiegarlo a mia madre non è stato così semplice come scriverlo in questa lettera, ma lei come tutte le persone che mi vogliono bene hanno capito che era la scelta giusta per me, almeno dopo aver visto i risultati che ho ottenuto in questi 21 mesi. Dall’altra parte, la mia parte, non avevo messo in conto fino in fondo tutto quello che avrei perso: amici che si sposano, compleanni ai quali non potrai esserci, Natali senza neve… preparati anche a questo.

Perché proprio l’Australia e non il Canada o l’America? Qual è stata la tua prima impressione quando sei arrivato qui e cosa ammiri e cosa biasimi della società australiana?

Ho scelto l’Australia perché è il posto nel quale si parla Inglese più lontano in cui potessi andare; ho pensato che, dopo Sydney, avrei potuto essere solo più vicino a casa. Ero molto curioso di scoprire se questa terra fosse davvero così speciale come la descrivono le persone che ci erano state. Beh, nonostante le mie aspettative fossero già molto alte, Sydney è riuscita a superarle sotto ogni punto di vista. Questa città è uno dei posti più vivibili nei quali io sia mai stato: non consiglierei di visitare Sydney, io consiglio di vivere a Sydney. Questa metropoli è un mix di natura, spiagge, ristoranti, differenti culture che si intrecciano e che la rendono una delle città più vivibili al mondo da decenni a questa parte. A Sydney non vedrai mai una persona in abito da lavoro correre perché è in ritardo o non far sedere una persona anziana sul treno: le persone si prendono il loro tempo per vivere al meglio il loro tempo e il rispetto per gli altri si respira in tante piccole grandi cose, dalle file negli uffici pubblici sempre ben organizzate, alle strade di ogni quartiere, pulite come possono essere solo se ognuno fa la sua piccola parte per non insudiciarle. Ho già fatto l’abitudine alla totale assenza di orologi, presenti ad ogni angolo nella mia cara vecchia Milano; sento lo scorrere del tempo scandito dalle cose che amo fare piuttosto dalle cose che devo fare, e questo lo devo completamente a questa città. Così come amo il fatto che ogni bus driver di ogni autobus che prendo mi saluti, perché questo vuol dire che le persone che formano questa società si riconoscono a vicenda piuttosto che fare ogni tentativo possibile per cercare di evitarsi o, peggio, di approfittarsi degli altri. Queste sono le cose che più ammiro di questo paese: apertura mentale, senso civico e work life balance.

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Come si è sviluppato il tuo percorso professionale quando sei arrivato?

Riguardo al mio percorso professionale, qui in Australia ho ricominciato da capo, sempre grazie alla mia azienda italiana, IKEA. In Italia ero responsabile per una parte del reparto vendite di uno dei negozi di Milano e, per venire in Australia, ho lasciato il mio lavoro. Tramite contatti presi prima di partire, un paio di mesi dopo il mio arrivo ho ricevuto una chiamata da uno dei tre negozi di Sydney, 50 km fuori dalla city. Ho preso tutta la mia roba e mi sono trasferito, sapendo che quella era la mia unica chance di ottenere uno sponsor; ho accettato un contratto da dieci ore alla settimana, lontano dai miei amici e da ogni tipo di divertimento, lontano dal mare. Ho fatto mandare il mio curriculum a tutti i negozi d’Australia, ero veramente disposto ad andare ovunque purché mi sponsorizzassero. Un mese e mezzo dopo il mio inizio in IKEA Australia, il sales manager del mio attuale negozio mi ha mandato una mail poiché cercava qualcuno per fare lo stesso lavoro che io facevo in Italia. Inutile dire che ho ottenuto il lavoro 🙂

E adesso passiamo a qualche domanda mirata…

fb_img_1473240791294Descrivi tre pregi e tre difetti che possiedi

Affidabile, testardo, appassionato. Permaloso, schietto, impulsivo.

Cosa ti rende felice? 

Guidare una moto

Cosa, invece, ti fa paura?

Non sapere il perché delle cose

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Vorrei comprare e arredare casa mia.

Se dovessi partire per un’isola deserta chi o cosa porteresti con te?

La mia moto e Anna.

Non puoi vivere senza….

Adrenalina.

Quali sono le caratteristiche che deve possedere, secondo te, una persona di successo?

Capacità di trovare le motivazioni tutti i giorni e di vedere più in là degli altri.

E allora cosa significa avere successo nella vita?

Trovare un equilibrio che fa star bene le persone che hai accanto.

Se dovessi scegliere la destinazione per una vacanza su due piedi (una vacanza regalata)….

USA coast to coast (in moto ofc)

Qual è il posto più bello che hai visitato in Australia? (racconta che emozioni hai provato)

Byron Bay. Mi sono sentito nel vero paradiso del surf, nel posto che davvero è come tutti immaginano tutta l’Australia.

Quanta importanza ha nella tua vita l’amore?

L’amore è l’unica cosa per la quale vale la pena vivere. La vita è una continua ricerca dell’amore, questo è l’unico senso che sono riuscito a trovare nella mia almeno.

E i soldi?

I soldi son solo soldi diceva sempre mio nonno. Per quel che mi riguarda, so cosa voglio e una volta raggiunto mi godrò la mia casa e la mia famiglia.

Cosa ti sta dando l’Australia che l’Italia non riusciva a darti?

Una nuova prospettiva e la possibilità di vivere una vita normale, nella quale un contratto di lavoro non è stato elevato a valore assoluto al quale aspirare.

Dove ti immagini tra dieci anni?

Accanto alla donna che amo.

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Il tuo motto nella vita

Keep it simple (rendila semplice).

Lascia un consiglio ai lettori di Portale Australia che stanno pensando di lasciare la loro vita per volare in Australia

Ragazze/i, viaggiate e giratela tutta. Costruite i più bei ricordi della vostra vita, e poi continuate a costruirne altri in qualche altro posto. Un saluto e un in bocca al lupo per tutti quelli che leggeranno 😉

Se questa intervista ti è piaciuta corri a leggere la storia di ragazzi come Mattia Baggiani e Caterina Bidini che hanno iniziato in Australia una nuova vita e un nuovo percorso professionale.

Entrare in contatto con ragazzi come me che sono partiti alla volta dell’ignoto e ascoltare le loro storie, è sempre un’emozione.

Perdersi nelle riflessioni e nei discorsi che ci rendono così simili, pur con background completamente diversi mi fa rendere conto che quella presente in Australia è una vera e propria generazione di nuovi immigrati alla ricerca di un futuro migliore, fatto di meritocrazia e dignità e alimentato giorno dopo giorno dalla speranza di trasformare i sogni in realtà.

Realtà che sono spesso molto più semplici di quanto si possa pensare: sto pensando a risparmi messi da parte, una casa, una automobile, un viaggio ogni tanto e la tanto agognata serenità che sembra essere una richiesta paranormale nella nostra tanto beneamata Italia.

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“Hanno ucciso la prospettiva!” sono state queste le parole di Luca Aldegheri che mi hanno colpito di più.

Ripenso a quando i nostri bisnonni sognavano l’America. America era per loro sinonimo di lavoro, nuova vita e soldi.

La mia generazione non solo insegue un lavoro migliore e una sicurezza economica, ma cerca soprattutto di riprendersi la dignità che gli è stata negata e la forza di riscoprire le proprie passioni, le proprie qualità e le proprie ambizioni.

Ecco allora che quando Luca mi ha raccontato la sua storia, ho sentito il desiderio di condividerla con te, amico di Portale Australia, come una sorta di testimonianza di chi aveva un obiettivo e lo ha raggiunto, di chi ha fatto sacrifici, ma è stato ricompensato.

Mi auguro che l’esperienza positiva di Luca Aldegheri, sia per te un motivo di incoraggiamento per capire quello che desideri davvero per la tua vita, per te stesso e per la tua felicità.

E noi di Portale Australia non smetteremo mai di ripeterlo: “Se puoi sognarlo, puoi farlo!” 

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Showing 3 comments
  • rosetta marino

    Ho letto la storia di questi ragazzi e sono felice del loro entusiasmo e decisione. Conosco un pochino la parte del Western Australia per un viaggio a trovare dei parenti residenti a Perth, e il mio cuore è rimasto lì. Lo considero un continente che ti può dare tantissimo sia lavorativamente che la voglia di conoscerlo in ogni sua sfaccettatura che questa terra ti dà. Io purtroppo spero di ritornarci solo più come turista visto che sono pensionata, ma consiglio ai nostri giovani che se vogliono uscire e avere un qualcosa in più dalla solita routine che oggi purtroppo il nostro Paese ci dà comprate sto biglietto e partite e vivete e risolvete giorno per giorno ogni problema negativo o positivo che si presenterà. Buona fortuna

    • Andrea Virgili

      Grazie per il tuo commento Rosetta, è sempre un piacere leggere queste parole di incoraggiamento soprattutto per i giovani che devono riuscire a fare di tutto per creare il loro futuro!

  • Mariangela

    Complimentia a Luca, te lo meriti! Hai fatti benissimo a inseguire con coraggio i tuoi desideri e bisogni. Ti auguro ogni bene

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