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Animali a rischio di estinzione in Australia

L’Australia è patria di circa un milione di specie animali tra cui l’ottanta per cento dei mammiferi terrestri e il novanta per cento dei rettili. Purtroppo però si tratta anche del paese con il maggior numero di specie a rischio di estinzione nel mondo, secondo i dati della Union of Conservations of Nature. Di questi tempi comunque, gli animali unici e rari sono considerati un tesoro prezioso e sebbene alcune lobby possono pensare che non viene fatto abbastanza, ci sono diversi piani positivi per salvare queste specie. Qui vi presentiamo cinque delle più carine specie minacciate (ma ve ne sono molte altre) e soprattutto cosa si sta cercando di fare per evitare che facciano la fine dei dodo.

1. Litoria aurea

La litoria aurea è finita al centro dell’attenzione pubblica quando una piccolo popolazione è stata trovata su un sito destinato alla costruzione di uno stadio per le Olimpiadi del tennis di Sydney nel 2000. Tinta di verde e oro, i colori nazionali dello sport australiano, la rana è subito divenuta un importante simbolo nazionale e gli stadi per il tennis sono stati costruiti altrove cosicché gi anfibi potessero continuare a fare i loro comodi nel terreno in cui si erano radicati. Attorno alla colonia poi è stata costruita una passerella circolare nota come Brickpit e concepita in modo che le persone potessero imparare di più a proposito delle rane e fossero in grado di ascoltare i loro richiami.

Altre colonie si sono insediate nei dintorni di Sydney grazie ai “corridoi per le rane” che collegano gli acquitrini. Le litoriae fanno ancora parte della lista nazionale degli animali a rischio nel New South Wales anche se il Dipartimento per l’ambiente e il cambiamento climatico ha annunciato che i tentativi di ripopolamento stanno procedendo a meraviglia. Secondo Andrew Hammer però, membro dell’Australian Research Centre for Urban Ecology, la situazione è ancora delicata e sebbene ci sia una popolazione residua lungo le coste del New South Wales la prognosi non è certo buona. Queste rane infatti sono state duramente colpite dall’urbanizzazione e continuano a essere minacciate dalla costante espansione industriale che distrugge gli acquitrini e le aree circostanti.

2.  Quoll del nord

Il quoll del nord, nome scientific sasyurus hallucatus, noto anche come gatto nativo del nord, è la più piccola delle quattro specie di quoll native d’Australia. Si tratta di un marsupiale carnivoro che rassomiglia a un opossum con larghe macchie circolari. La caratteristica più notevole di questa specie è che il maschio muore dopo l’accoppiamento, lasciando la femmina da sola a crescere i cuccioli. Una volta si trovavano a nord di Brisbane e proprio attraverso il continente lungo la linea costiera del Western Australia, oggi i quoll sono elencati tra gli animali a rischio di estinzione e sono ridotti a una popolazione piccolissima nel Northern Territory, a Cape York e nelle regioni di Kimberly e Pibara.  Uno dei primi responsabili di questo declino demografico è ritenuto il rospo delle canne, introdotto in Australia nel 1935 per debellare l’invasione nazionale di farfalle dei cactus che infestavano le coltivazioni di canna da zucchero, un’industria vitale per il paese a quell’epoca. Non solo i rospi sono in competizione con i quoll per cibo e rifugi, ma li annientano anche dopo essere morti attraverso le ghiandole velenose che sono fatali per gli animali nativi, specie se le mangiano.

Per contribuire ad arginare la moria di quoll, l’università di Sydney sta cercando di insegnare a questi animali a non mangiare i rospi. Il ricercatore Jonathan Webb spiega: “Offriamo ai quoll un piccolo rospo nel quale abbiamo iniettato una sostanza chimica che provoca la nausea, cosicché la prossima volta che annuseranno o assaggeranno un rospo, lo assoceranno con la malattia e lo rifiuteranno. Abbiamo introdotto cinquanta quoll addestrati a Kakadu, dove sono quasi estinti, e dopo un paio d’anni venti di loro sono ancora lì e si stanno riproducendo. Siamo ottimisti, questo approccio sta funzionando”.

3. Koala

Fatta eccezione per il canguro, forse nessun altro animale simboleggia gli Antipodi come il koala (Phascolarctos cinereus). Purtroppo però il koala è stato cacciato nei primi del Novecento fino a ridurlo quasi all’estinzione: più di un milione ne sono stati uccisi per la morbida pelliccia. La protesta pubblica riguardo al genocidio dei koala ha portato alla nascita in Australia di un potente movimento per  la conservazione, anche se era comunque troppo poco per salvare la ormai esigua popolazione di koala del South Australia. In anni recenti però, molti koala sono migrati in colonie come Kangaroo Island e poi sono ritornati sulla terraferma. In New South Wales e nel sud est del Queensland, il koala è vulnerabile in alcune aree per via della distruzione del suo habitat naturale; il disboscamento è infatti considerato il colpevole principale dall’Australian Koala Foundation (AKF). Un suo membro, Debra Tabart, sostiene che: “Nella recente interrogazione al senato a proposito dello stato, la salute e la popolazione del koala australiano, abbiamo chiarito che ormai esistono allo stato brado  tra i 50,000 e gli 80,000 koala. Questa interrogazione è la più grande luce nel tunnel che io abbia visto in venticinque anni in cui nessun esperto ha mai detto che i koala erano salvi. Gli australiani che amano i koala stanno facendo tutto ciò che è in loro potere per salvarli.   Ma senza una protezione legislativa non c’è niente per cui stare sereni i questo momento”.

4. Diavolo delle Tasmania

Il diavolo della Tasmania è apparso solo in cinque cartoni della serie Looney Tunes prima che la Warner Bros segasse il suo dipartimento per l’animazione nel 1964. Si tratta evidentemente di un caso di realtà che imita la fantasia poiché il vero diavolo della Tasmania è oggi faccia a faccia con l’estinzione. Questa creatura (Sarcophilus harrisii) è un marsupiale carnivoro della taglia di un piccolo cane ma con una testa allargata e un collo tale che gli consente di avere il morso più potente (calcolato sulle unità di massa corporea) tra tutti i mammiferi viventi. Protetto dai cacciatori fin dal 1941, questo animaletto ha trovato la sua nemesi nei suoi stessi geni: un cancro fatale noto col nome di Devil Facial Tumor Disease (DFTF), caratterizzato dalla comparsa di tumori grumosi che si accumulano attorno alla bocca così da impedire l’alimentazione fino a causare la morte dei diavoli per fame.

Si calcola che solo uno dei tre cancri trasmissibili oggi noti abbia decimato tra il cinquanta e il novanta per cento della popolazione adulta dei diavoli della Tasmania. I tentativi di conservazione includono anche la rimozione e la soppressione degli animali malati. È prevista però anche la creazione di una “popolazione di sicurezza” attraverso il Tasmanian Devil Program. Tenuti inizialmente in quarantena sull’isola, i diavoli così “assicurati” sono stati spediti negli zoo e nei parchi naturali d’Australia per fare in modo che una parte sana della popolazione rimanga libera dal rischio di infezioni. Il direttore del programma, Andrew Sharman, dice: “Stiamo facendo progressi positivi per salvare la specie. La popolazione di sicurezza ormai comprende trecento diavoli ed è probabile che raggiunga i quattrocento cinquanta membro entro la fine di quest’anno”.

5. Hairy-nosed Wombat

Una delle tre specie di vombatidi esistenti al mondo è il vombato dal naso peloso settentrionale(Lasiorhinus krefftii),, noto anche come Yaminon. Questa creatura, cirticamente minacciata nella sua sopravvivenza, è un marsupiale piccolo, grassoccio e con le zampe corte e ha antenati comuni con il canguro e il koala. Una volta viveva in tutta Australia ma oggi lo Yaminon consta di due minuscole popolazioni che risiedono nell’Epping Forest National Park  e nel Richard Underwood Nature Refuge, entrambi in Queensland. La sua vicinanza all’estinzione è stata causata, secondo gli esperti, dalla scomparsa delle sue erbe e radici preferite per via degli animali da pascolo e dai dingo, cani selvatici che sembrano avere il capriccio di sterminare gli ultimi 138 Yaminons rimasti allo stato selvatico. Per salvare questi marsupiali i volontari hanno costruito un recinto a prova di dingo presso Epping e il Richard Underwood Nature Refuge e lo hanno ripulito da tutte le erbacce. La cosa sembra funzionare. Lo scorso aprile è stato confermato che due femmine di Yaminon erano in dolce attesa. “La nascita di uno dei nostri animali a rischio è sempre una buona notizia” ha detto Kate Jones, ministro dell’ambiente in Queensland, “ma due cuccioli in un solo mese è molto di più di quanto avremmo mai potuto sperare”.

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