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Fare l’istruttore di nuoto in Australia

Ho conosciuto Mattia nel mio secondo giorno d’Australia, mi ha raccontato della sua vita nella terra dei canguri ed ora, a distanza di qualche mese l’ho voluto intervistare per condividere la sua storia con i lettori di Portale Australia.

Dall’Italia a Sydney

Ciao Antonino, un saluto a tutti i lettori di Portale Australia, sono Mattia e ho 23 anni. Arrivo dalla provincia di Pavia e il 28 Febbraio 2012 ho cominciato il mio percorso qui in Australia.

Lavoravo come animatore turistico nel settore sportivo e istruttore di nuoto per i villaggi di Eden Viaggi. Il lavoro per quanto divertente era molto faticoso perchè la sveglia era alle 7.30 di mattina e fino a notte fonda non si andava a letto. Durante il giorno si svolgevano tutte le attivatà giornaliere, dai tornei a giochi fino ad attività di svago. La sera si cominciava con i balli di gruppo, latini americani e classici, per poi cominciare alle 10 di sera lo spettacolo che poteva essere comico, teatrale o musical.

La serata finiva in discoteca e quando tutti gli ospiti andavano a letto noi ci fermavamo a fare le prove per gli altri spettacoli. Bello , ma difficile. Ho imparato tanto ma c’era un qualcosa che non mi convinceva, tanto che già due anni prima, in vacanza in Nuova Zelanda, decisi di lasciare il lavoro e intraprendere questa avventura per l’Australia.

Richiesta del visto Working Holiday Visa, biglietto ed ero già con la testa a Sydney.

I primi tempi a Sydney

Sono arrivato il 28 Febbraio 2012. La temperatura mi ricordo ancora che era caldissima, anche se pioveva. Vivevo in una famiglia  australiana proprio per imparare la lingua e perché non volevo frequentare nessun italiano! Le prime tre settimane me le sono prese per vacanza e capire la città. Ho aperto conto corrente, tax file number ecc. e finite tutte le carte burocratiche ho cominciato a cercare lavoro. Ho portato 2 curriculum e un car wash mi ha chiesto se il giorno dopo volevo fare la prova. Un lavoro che non avevo mai svolto, ma che ho accettato, anche perché il mio livello di inglese era inferiore ad oggi.

La mattina mi sono presentato al lavoro e dopo 2 ore di prova mi hanno chiesto se rimanevo li a lavorare anche la giornata a pagamento e che mi avrebbero assunto. Prendevo 18$ l’ora in regola a lavare delle macchine. Un sogno!

Partire per le farm

Dopo quattro  mesi sono partito per le farm. La ricerca prima di partire è durata due mesi. La mia esperienza andava proprio secondo i miei piani, infatti in pieno inverno sono riuscito a trovare farm e partire per andare a raccogliere arance. Ho passato in farm 88 giorni esatti, dall’11 Luglio fino al 7 Ottobre. Il lavoro era pesante. Vivevo in mezzo al campo di arance su un materasso per terra, senza internet, tv, radio, caloriferi. Tre mesi lunghissimi. La giornata cominciava alle 7 del mattino e finiva al tramontare del sole cioè alle 6 di sera, perché era inverno. Difficile ma costruttiva. Impari ad arrangiarti con tutto. Vivevo a 30km dalla prima città e il mio boss ci portava giusto una volta a settimana per fare spesa. Un’esperienza difficile come ho detto, ma che se dovessi tornare indietro rifarei. Grandi amicizie, chiacchierate al chiaro di luna o davanti ad un falò, confessioni e risate. L’unica cosa che non mi farebbe tornare in farm sono i ragni. Ho scoperto di essere aracnofobico e di avere una paura allucinante quando ne vedo uno. Il problema che la farm era piena e mi sono dovuto far forza.

Finite le farm, il 7 ottobre mi sono spostato a Melbourne. La mia città preferita. Europea al 100%. Ho vissuto tre mesi e mezzo in ostello. Eravamo una gorssa famiglia e mai nessuno si è spostato da li. Quell’ostello per tre mesi e mezzo era al completo per colpa nostra.

A Melbourne ho fatto di tutto e di più. Ho lavorato porta a porta vendendo energia solare e ho visto la gentilezza degli australiani. Stanno li ad ascoltarti, non ti mandano via subito come faremmo noi italiani. Alcuni ti invitavano anche ad entrare e raccontargli la tua avventura. Una popolazione favolosa. Finito questo lavoro sono andato a lavorare in un circo ma l’esperienza li è durata una settimana perchè era un lavoro casual.

A Melbourne mi sono costruito il mio futuro, quello che sto facendo tutt’ora. Poco prima di Natale ho preso la licenza per insegnare nuoto in Australia. Un corso di due giorni full immersion su tutto il mondo natatorio. Superati gli esami, avevo la mia licenza. Il 29 Dicembre ho lasciato Melbourne con amici in Pullman in direzione Sydney per il capodanno.

La mia vita, il mio lavoro e la mia città

Avevo sempre sognato di vedere il capodanno a Sydney e mai avrei pensato di farlo. Ora posso dire che ne ho visti già due! A Sydney ho continuato a lavorare e mi sono specializzato e concentrato sempre di più sul mio mondo. Ho finito i corsi necessari prendendo il CPR (Cardio Pulmonat Resuscitation, il nostro massaggio cardiaco) e ho svolto le quaranta ore di tirocinio necessarie per cominciare a lavorare nelle piscine.

La mia carriera andava a gonfie vele quando, cadendo in Skateboard (mi sono socntrato con uno che mi ha tagliato la strada), mi sono rotto caviglia e polso. Morale della favola quaranta giorni senza poter lavorare. Finito questo travaglio ho ripreso e fatto un pò di ore di lavoro qua e la  e attualmente lavoro come insegnate private di nuoto a domicilio.

Ho dovuto fare la richiesta dell’ABN per poter rilasciare fatture. Il mio lavoro non è per niente difficile. Lavoro circa venti / venticinque ore alla settimana guadagno tra i 700$ e 1000$. Potrei farne di più ma non voglio faticare troppo a girare a destra e sinistra, anche perché mi sto allenando con una squadra di nuoto di Sydney e ad aprile parteciperò ai campionati australiani a Brisbane sui 1500 metri e 400 metri stile libero. Mi cimenterò nelle mie due specialità contro i mostri australiani. Qua gli allenamenti sono molto faticosi e diversi rispetto all’Italia.

Tutte le mattine sono in acqua ad allenarmi alle 6 per tre ore e alcuni giorni faccio anche due allenamenti. In mezzo a questo devo incastrare anche il tempo libero per me e il mio lavoro. Insomma la mia settimana è sempre piena. Uscire con me vorrebbe dire prendere un appuntamento come se dovresti andare dal dentista ahahah .

Amo la mia vita, il mio lavoro e la mia città!

Ora sono alla scadenza del mio secondo Working Holiday Visa. Il sette marzo attivo uno student visa della durata di circa 5 anni. I primi 6 mesi sarò al TAFE a fare la preparazione per l’IELTS e i restanti 4 anni e mezzo in un college sportivo. Incrociamo le dita.

In giro per il mondo 

Non ho una particolare motivazione. Sono un ragazzo che da quando ho 16 anni ho cominciato a girare il mondo in lungo e in largo. A 18 anni ho cominciato a viaggiare per lavoro e ho scoperto le diverse mentalità che ci sono tra Italia e resto del mondo e sinceramente preferisco le mentalità non italiane. Voglio essere libero di vestirmi come voglio senza essere giudicato, di girare a piedi scalzi se voglio o fare quello che mi pare, senza che nessuno ti dice niente (tutto nel limite del normale ovviamente).

Queste cose in Australia sono possibili. In Italia ogni cosa che fai hai sempre gli occhi di qualcuno addosso o qualcuno è sempre pronto a criticarti o insultarti. Questo per me non è vivere bene. Quindi da quando ho cominciato a viaggiare mi sono sempre detto che la mia vita è al di fuori dei confini italiani. Ho avuto la possibilità e sono partito. Non sono mai toranto e non so quando lo farò! Io qua mi sento a casa.

C’è una frase che amo molto: “Casa non è dove vivo, ma dove sono felice”… Io qua sono felice e questa la sento casa.

Perché Sydney 

Ho scelto Sydney 2 anni fa perchè l’avevo già visitata nel 2009 in vacanza e secondo me era una città che poteva darmi tanto. Ho sempre avuto il mito del nuoto australiano e proprio Ian Thorpe era di Sydney. Avevo il sogno di nuotare con I più grandi atleti australiani di sempre. Un sogno avveratosi. Ho avuto la possibilità di nuotare con James Magnussen (vincitore ai mondiali di Barcellona del 2013 e medaglia d’argento alle olimpiadi di Londra 2012). Un’emozione unica che mai dimenticherò.

Non sono stato io a scegliere Sydney, stata Sydney a scegliere me. Un pò come si mi avesse detto in un sogno: “Mattia vieni qua. questo è il tuo posto”.

La mia famiglia

La spinta la ho avuta da papà, è lui che mi ha detto “se avessi avuto la possibilità io, ci avrei provato“. Ed ecco fatto. Ora mi trovo proprio in Australia. I miei genitori mi hanno sempre supportato in tutto e per questo gliene sono grato visto che sono figlio unico! Mi hanno detto vai e se andrà male avrai sempre una casa per tornare. A volte su Skype mi dicono resta li dove sei. Questo mi da la carica. So che I miei genitori mi appoggiano in tutto. Ora vorrei stabilizzarmi qua del tutto anche perchè in questo modo potrei far si che loro mi raggiungano per sempre.

La partenza

La partenza non l’ho pianificata. Ho fatto il visto, aperto il sito e preso il biglietto più economico di sola andata. Un pò un sogno è stato. Dire parto per l’Australia con un biglietto di sola andata, a chi non piacerebbe?  Bene io l’ho fatto e sono felice della mia scelta .

L’inglese 

Il mio inglese quando sono arrivato qua, malgrado avessi già girato mezzo mondo, era davvero scarso. Non sapevo dire una parola. Dal momento che ho messo piede qua mi sono detto “e adesso come faccio?“. Avevo sempre pensato a scuola “ma che lo studio a fare l’inglese se tanto non uscirò mai dal paese se non per vacanza?”.

Bene se potessi tornare indietro darei retta a mamma e papà che mi continuavano a dire di studiarlo. Ora per fortuna lo parlo quasi fluentemente ma tutto questo perchè non ho frequentato quasi mai italiani se non nell’ultimo periodo. Diciamo che ora posso permettermelo perchè comunque il livello abbastanza alto ce l’ho e soprattutto perchè faccio un lavoro dove non parlo mai l’italiano. Però all’inizio è stata dura e per questo avevo deciso di vivere per quattro mesi e mezzo in una famiglia Australiana.

Migliorarlo è stato difficile ma giorno dopo giorno imparavo una decina di parole nuove. Vivevo in famiglia. Parlavo sempre con loro, guardavo film in inglese con sottotitoli in inglese e leggevo libri o giornali. Ci è volute un pò ma ora posso dire di avercela fatta e di potermi permettere di andare a vedere un film al cinema senza aver grossi problemi a capirlo. Se mai dovessi cambiare stato ne vorrei cercare uno dove l’inglese è la prima lingua, perché al solo  pensiero di ricominciare da zero mi sento male :-).

Il lavoro in Australia 

Di fregature lavorative non ne ho avute molte. Ho sempre cercato di lavorare a contratto e mai pagato in nero. Di lavoro in nero ce n’è veramente tanto, ma per mia personale opinione è dato dal fatto che la maggior parte dei ragazzi che vengono qua hanno un budget limitato e non quello che richiede il governo. Allora tutti accettano i primi lavori che gli capitano, anche a 12$/ora.

Ho sentito di amici miei che prendevano anche 11$ l’ora. Se tutti accettiamo questi lavori non combatteremo mai il lavoro in nero, bisogna opporsi e i datori di lavoro quando si troveranno senza dipendenti, qualcosa dovranno pur cambiarla.

L’unico problema l’ho trovato in farm, dove il boss non voleva pagarci o lo faceva quando voleva lui. Al che mi sono arrabbiato e l’ho minacciato di chiamare chi di dovere, come ambasciata, polizia etc. e il giorno dopo avevo i soldi sul conto corrente. Questo perché comunque è una farm riconosciuta dal governo e non può permettersi passi falsi!

 Il culture shock esiste?

Il culture shock esiste. Ma sempre dipende dalla nostra mentalità. Per quanto mi riguarda non ne ho mai accusato, ma perchè come ho detto viaggio da tantissimi anni e mi so arrangiare e inserire nella comunità abbastanza in fretta. Non ho problem di cibo, di abitudini etc.. Mi adeguo. Voglio essere come loro e vivere come loro per capire bene la loro mentatlità. Ora parlo per l’Australia perchè ci vivo, ma anche in Grecia ho fatto allo stesso modo.

 Hai qualche consiglio da dare?

Consigli da dare ce ne sono tanti. L’Australia da veramente tanto a livello sociale e personale. Si impara da tutti e non si smette mai , giorno dopo giorno, di apprendere cose nuove.

Il consiglio principale che mi sento di dare è che quando si arriva con un inglese limitato, bisogna cercare di parlare il meno possibile italiano, lo so che è dura ma solo così si può puntare a un livello di inglese più alto e quindi aspirare a lavori più retribuiti che ti danno più soddisfazioni.

Per il resto posso dire a tutti di godervela. Enjoy it.

 

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