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Presi in ostaggio in una cioccolateria di Sydney

Sono terribili le notizie che arrivano dal centro di Sydney. Un uomo è entrato in una cioccolateria di Martin Place e ha preso in ostaggio un numero non precisato di persone (si pensa ad una ventina). Cinque degli ostaggi sono riusciti a fuggire ma rimangono ancora almeno una decina di persone all’interno del locale. Una bandiera nera con una scritta in arabo è stata esposta alla finestra del locale: “Non c’è Dio che Allah e Maometto è il suo profeta”, questo il significato della scritta esposta per volere del sequestratore.

Cinque ostaggi liberi

Pochi minuti dopo il sequestro centinaia di poliziotti ha preso possesso di tutta la zona intorno all’edificio per mettere in sicurezza tutta l’area circostante. Le forze di polizia, armate e protette di giubbotti antiproiettile, hanno accolto cinque degli ostaggi che sono riusciti ad uscire dal locale: al momento non è chiaro se essi siano stati liberati o se siano riusciti a fuggire autonomamente. Essi non hanno subito ferite o lesioni ma uno di loro, è stato portato in ospedale, per procedure di sicurezza.

L’evacuazione dell’Opera House

Molti degli edifici della zona stati evacuati per questioni di sicurezza. Tutti i dipendenti e i visitatori della Reserve Bank e del consolato Usa sono stati fatti uscire dagli edifici con una celere operazione delle forze di polizia. Evacuata anche l’Opera House, a causa di un incidente non meglio precisato. Non si sa se esso sia correlato al sequestro di Martin Place ma al momento uno degli edifici più importanti della città è sotto osservazione.

Il sequestratore avrebbe chiesto del Primo Ministro Tony Abbott

Stando alle indiscrezioni trapelate da alcuni media locali alcuni ostaggi avrebbero rivelato che il sequestratore avrebbe espresso la volontà di parlare con il Primo Ministro australiano Tony Abbot. Al momento, però, dalla polizia e dalle fonti ufficiali non è trapelata alcuna notizia ufficiale al riguardo e si attendono nuovi sviluppi in questo senso. Riguardo a quanto sta succedendo in queste ore nel centro di Sydney ha parlato anche il Gran Mutfì australiano, Ibrahim Abu Mohamed che ha ha condannato le gesta in modo netto e ha provveduto a confermare, tramite un comunicato come “questo genere di azioni è condannato dall’Islam, nello specifico e in generale”

Allarme bomba: si teme per la città

Al momento, oltre che per l’incolumità degli ostaggi, si teme anche per la sicurezza dell’intera città. Alcuni ostaggi avrebbero comunicato a Channel 10 la possibilità che il sequestratore abbia piazzato quattro bombe: due all’interno del locale e due all’esterno. Altre televisioni e radio locali hanno ricevuto alcune telefonate di “presunti” ostaggi, messi in comunicazione con l’esterno, proprio per volontà del sequestratore.

Crisi fino a domani

La crisi nel centro di Sydney potrebbe durare fino a domani: queste le parole di Catherine Burn, capo aggiunto della polizia del New South Wales. La polizia attualmente sta negoziando con il sequestratore e si sta cercando di gestire questa situazione in maniera pacifica per garantire la sicurezza degli ostaggi e dell’intera città.

Facebook e Twitter sotto osservazione

La polizia ha confermato che si sta procedendo a tenere sotto controllo anche i social network. C’è la speranza, infatti, che qualcuno degli ostaggi riesca a comunicare con l’esterno proprio tramite i social network.