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Sui monti d’Australia con le ciaspole

L’Australia non è certo rinomata per le sue alte montagne, tuttavia la sua cima più alta, il monte Kosciuszko, raggiunge i 2,228 metri sul livello del mare. Ma questo non vuol dire che dovete essere sir Edmund Hillary (celebre alpinista ed esploratore neozelandese) per scalarlo. Se avete due o tre cose essenziali, tra cui una guida e un buon paio di ciaspole, potrete di sicuro vantarvi di aver raggiunto la vetta più alta del continente la quale, con un pizzico di ironia, è così chiamata dal nome del generale tedesco del XVIII secolo Tadeusz Kościuszko.

La gita di un giorno parte dal villaggio sciistico di Thredbo, cinquecento chilometri a sud di Sydney. Una delle guide è Peter Cocker, un inarrestabile settantaduenne che ha scalato alcune tra le vette più alte del mondo. “Quella che potete vedere è ‘neve pettinata’, vale a dire percorsi creati dagli spazzaneve e poi battuti da centinaia di sciatori ogni giorno” dice Cockers ” ma oltre gli impianti di risalita, in quel posto che noi chiamiamo la ‘black country‘, è lì che le cose cominciano a diventare veramente belle”. Si pianifica la giornata: pranzo al sacco, salita attraverso l’impianto di Kosciuszko Express (il più lungo del villaggio di Thredbo) e poi ciaspole al piede, si parte! Ci vogliono circa due o tre ore di cammino per raggiungere il picco del monte Kosciuszko mentre poco più avanti si trova Ramshead da dove, dicono, la vista è mozzafiato.

Dalla Kosciuszko Express fino a Eagles Nest

L’impianto di risalita passa al di sopra della Crackenback Valley, attraversa il confine innevato e si ferma a Eagles Nest, all’altezza di 1,937 metri. Si tratta dell’ultimo bastione della civilizzazione prima dell’accecante biancore della landa selvaggia del Kosciuszko. Generalmente ci si ferma al Eagles Nest Restaurant per una cioccolata calda insieme a un cicchetto di butterscotch per allentare i nervi fino a che la guida non comincia a parlare. “È molto facile perdersi là fuori. Con tutto questo biancore che vi abbaglia la vista arriverete al punto di non vedere le vostre mani anche se le tenete davanti alla faccia”, dice. “Ho registrato venti che arrivavano a duecentoquaranta chilometri all’ora.

Ci sono svariati fiumi da attraversare e se cadrete dentro a uno di essi ci sono buone probabilità che morirete per assideramento” continua. “Sulla cima ci sono dei cornicioni nascosti che si romperanno se ci camminerete sopra e sono estremamente pericolosi. Molte persone hanno perso la vita qui su nel corso degli anni”. conclude

Le ciaspole

Tenendo bene a mente ciò che ha detto Cocker, i partecipanti fissano bene ai piedi le ciaspole. Questi buffi strumenti sono stati usati per millenni dalle popolazioni nomadi del nord America, del Circolo Polare Artico e dell’Asia centrale. Ma il loro utilizzo cominciò a declinare quando furono sostituite da una più efficiente invezione norvegese chiamata skio, delle stecche di legno antesignane degli sci. Gli scalatori Gene e Bill Prater hanno rivoluzionato il design delle ciaspole sostituendo la cornice di legno a forma di racchetta da tennis con materiali più leggeri come l’alluminio o il neoprene e vi hanno aggiunto una dentellatura. Così si è assistito all’inizio degli anni Settanta a un divertente ritorno delle ciaspole che sono perfette per chi non scia. Si dice che se qualcuno può camminare, allora può anche ciaspolare.

Il percorso

“Ci sono delle foreste innevate semplicemente stupende e di certo la vista dalla cima del  Kosciuszko è un’altra cosa,” dice Cocker “durante una giornata limpida si può vedere tutto lo stato del Victoria“. È un’emozione unica percorre un altopiano battuto dai venti gelidi tra rocce ghiacciate che spuntano qua e là. Il vento colpisce con violenza le parti del viso esposte ma è un piccolo fastidio confronto al piacere di trovarsi in un luogo così bello e solitario. Con le ciaspole, dicono, è una semplice e piacevole passeggiata con una falcata molto più ampia. Le dentature a cerniera consentono ai talloni di sollevarsi a ogni passo, riducendo l’affaticamento dei polpacci derivante dai su e giù delle camminate con le ciaspole.  “Il trucco”, spiega Cocker “è andare piano e con un ritmo tranquillo altrimenti comincerete a sudare e quando vi fermerete sentirete molto freddo”.

Verso il picco più alto dell’Australia continentale

Dopo un pranzo al sacco presso il Rawson Pass fatto di un sandwich con prosciutto avocado e pomodori secchi, a 2,100 metri di altezza troviamo la toilette più alta d’Australia. In genere è fuori servizio perché coperta da una buona quantità di neve. Cocker spiega che alla vetta mancano appena 1,600 metri. “Dopo raggiungeremo Ramshead, dove ci sono le formazioni rocciose giganti alte due o trecento metri che assomigliano a delle fortezze o a dei castelli”, dice Cocker. Il procedere si fa più pesante e lento. La salita finale è terribilmente scivolosa ed è necessario appoggiarsi ai bastoni da passeggio per rimanere in equilibrio. Se scoppia una tempesta di neve la temperatura precipita bruscamente.

A questo punto è molto facile cadere più volte con la faccia dritta sulla neve solidificata tanto da arrivare a chiedersi se ce la si può davvero fare. Ma alla fine ce la si fa. Si raggiunge il tetto d’Australia a 2,228 metri sul livello del mare. La vista straordinaria di cui parla Cocker potrebbe essere totalmente innevata al punto da rendere impossibile la vista oltre pochi metri davanti al proprio naso. Fate in fretta delle foto prima di ripartire di corsa per Ramshead. Al punto di partenza si ritorna agevolmente nella metà del tempo. Ricordatevi le foto. Altrimenti potrebbero non credervi quando direte che avete scalato la vetta più alta dell’Australia continentale.

 

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