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Lavorare in Australia dopo i 50 anni

Continuare a lavorare in Australia anche quando non si è più proprio nel fiore degli anni sembra un’idea allettante: evita pensionamenti anticipati, mantiene fresche le nostre abilità fisiche e mentali e le aziende traggono vantaggio dalla saggezza e dall’esperienza di chi ha qualche anno in più sulle spalle. Tuttavia ci sono un paio di cose che potrebbero diventare un problema. Vediamo come.

Quando il lavoro non piace

Mentre alcune persone amano il proprio lavoro, per altri è solo un tormentone quotidiano. Queste persone ogni mattina trascinano le loro stanche ossa fuori dal letto e mugugnano: “No, non di nuovo questo”. Per loro lavorare è qualcosa che va contro altri desideri più intensi e sinceri come trascorrere del tempo coi nipoti, viaggiare intorno al mondo, dedicarsi a un’attività artistica o semplicemente dormire fino a tardi. E non importa quanto i loro capi tentino di rendergli il lavoro divertente e pieno di nuove sfide, sono stufi di tutte queste sciocchezze da lavoro e non se ne importano un fico secco.

Il lavoro per gli over 50 in Australia

Non sempre sono le persone a odiare il proprio lavoro, a volte è il mondo del lavoro a rifiutare gli individui che superano una certa età. È stato infatti dimostrato che molti reclutatori tendono ad assumere persone tra i venti e i trenta anni perché hanno un’età più vicina alla loro. Gli esperti di lavoro e di risorse umane invece, tendono a suggerire alle aziende di puntare sugli over cinquanta poiché rappresentano un valore aggiunto in quanto crollano difficilmente. Probabilmente i primi a dover insistere per assumere lavoratori con i capelli grigi sono i datori di lavoro, dal momento che fanno lo stesso a proposito delle donne per avere parità di genere nei propri uffici. Secondo le più recenti ricerche, per gli australiani, l’età ideale per andare in pensione sono i cinquantasette anni, mentre solo il ventotto per cento della popolazione sarebbe felice di continuare a lavorare dopo i sessantadue anni.

La questione a questo punto si fa scomoda per molte persone, dal momento che il governo sta aumentando l’età pensionabile a sessantasette anni. Questo vuol dire che molte persone, prive dei mezzi necessari per sostentarsi, si trascineranno sul posto di lavoro come corpi morti per circa dieci anni quando avrebbero preferito andare in pensione. Sempre secondo le ricerche statistiche, molti australiani credono che dovranno lavorare almeno fino ai sessantatré anni d’età. Secondo Steve Shepherd, direttore di una delle principali società che si occupano di ricerche, potrebbe essere una sfida essenziale per il paese quella di fare in modo che i lavoratori in là con gli anni siano soddisfatti, impegnati e produttivi.

La scarsità di competenze in molti settori in Australia combinata con l’invecchiamento complessivo della popolazione fanno supporre che l’Australia dovrà attrarre, assumere e mantenere dei lavoratori in là con gli anni all’interno delle proprie aziende. I datori di lavoro, dal canto loro, dovrebbero offrire la possibilità di orari più flessibili, di incarichi di maggiore responsabilità, o di fare da coach, da mentore e di portare avanti programmi di formazione e sviluppo. Gli impiegati sostengono che le motivazioni che potrebbero convincerli a non gettare la spugna sono: un tabella di lavoro meno serrata (44 per cento); orario di lavoro flessibile (38 per cento); un’atmosfera di lavoro più amichevole (33 per cento).

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