Portale Australia

Lavorare in Australia : le domande del colloquio parte 3

Non sempre, quando andiamo ad affrontare un colloquio siamo preparati a rispondere a domande sulle nostre passate esperienze e sulle nostre modalità di lavoro, piuttosto ci aspettiamo di venire interrogati sulle nostre competenze e su dove le abbiamo acquisite. Ma un datore di lavoro potrebbe essere interessato a fattori più pragmatici e quindi di seguito ecco alcuni suggerimenti per rispondere bene (e soprattutto per prepararsi) a domande che potrebbero risultarvi scomode o inaspettate.

5. Descrivi il capo migliore che hai avuto e il peggiore

(Describe your best boss and your worst boss)

Il vostro futuro datore di lavoro sta cercando di capire se siete persone in grado di attribuire le giuste responsabilità o se portate rancore. Inoltre è probabilmente interessato a scoprire se sarete in grado di armonizzarvi con la leadership della compagnia. È molto importante che evitiate risposte negative anche se avete avuto delle brutte esperienze coi capi in passato: chi vi deve assumere potrebbe chiedersi cosa succederebbe, qualora dovesse scegliervi, se non andaste d’accordo con il vostro supervisore.

Vale lo stesso discorso per le società con cui avete lavorato: se non vi siete trovati bene non dovete necessariamente dirlo. Alcune diplomatiche risposte potrebbero essere: “Ho imparato da tutti i capi che ho avuto: da quelli con cui mi sono trovato bene ho appreso cosa fare, da quelli con cui ho avuto dei contrasti cosa non fare”; “All’inizio della mia carriera ho avuto un mentore che mi ha aiutato un bel po’, siamo ancora in contatto. Onestamente? Ho imparato qualcosa da tutti i capi che ho avuto”.

 

6. Parlami degli obiettivi della tua carriera

(Describe your carreer goals)

Questa domanda, che indaga sugli obiettivi che avete conseguito in passato, ha un sotto-testo abbastanza chiaro: avete pensato alle decisioni prese in passato nel momento stesso in cui le prendevate o avete agito d’istinto? Nel mondo del lavoro di oggi, attraversato da frenetici cambiamenti, il datore di lavoro vuole sapere se può contare su di voi per prendere decisioni sensate o se siete delle persone molto, troppo reattive.

Partire dalla laurea

Per rispondere in maniera efficace a questa domanda è necessario che riusciate a dare conto sinteticamente dei nodi essenziali della vostra carriera, partendo dal primo lavoro dopo la laurea e spiegando in poche parole cosa vi ha spinto a fare una determinata scelta. Ecco un esempio di risposta: “Quando mi sono laureata sono stata immediatamente contattata dalla compagnia XXX. Come si evince dal mio curriculum ho ricevuto due promozioni e successivamente sono stata contattata da un reclutatore della YYY per un colloquio. Sono stata lì negli ultimi quattro anni e ho imparato molte cose, oltre a dare un significativo contributo alla mia ripartizione.

Per quanto riguarda il primo lavoro ero felice di sapere che avrei lavorato in un posto in cui avrei potuto utilizzare le competenze acquisite con lo studio. Era entusiasmante pensare che a poche settimane dalla laurea avrei ricevuto il mio primo assegno. A proposito dell’impiego alla YYY ho pensato che si trattava di un’azienda con una presenza globale ed era in definitiva un avanzamento di carriera che mi avrebbe reso una candidata appetibile per il posto nel settore marketing della vostra compagnia”. 

Domande affini

Alcune domande potrebbero venire subito dopo questa relativa agli obiettivi della vostra carriera. Eccole qui di di seguito con i relativi esempi di risposta:

7. Come lavori?

(Describe your work style)

Se durante un colloquio vi chiedono come lavorate sarà bene che cerchiate di impressionare l’intervistatore con le vostre competenze e accuratezza oltre che con la vostra rapidità. Per esempio potreste dire: “Ho un’elevata capacità di concentrazione quando lavoro e questo mi mette nelle condizioni di portarlo a termine in fretta” oppure “Sono una persona molto organizzata e quindi ottengo molto in un periodo limitato di tempo” o ancora “ Sono organizzata, efficiente e lavoro agilmente su più fronti” o infine “Quando porto avanti un progetto tengo sempre saldamente il timone ma i suggerimenti sono sempre benvenuti e consulto costantemente i miei collaboratori per assicurarmi che siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda”. Con risposte simili avrete il vantaggio di dimostrare contemporaneamente la vostra efficienza e la vostra capacità di lavorare in squadra. E questo ci porta alla domanda successiva.

8. Preferisci lavorare da solo o in squadra?

(Do you prefer to work alone or on a team?)

Naturalmente il vostro futuro datore di lavoro sta cercando di capire se siete bravi nel gioco di squadra o non siete piuttosto dei one-man show. È importante provare a rispondere in maniera equilibrata poiché molti impieghi necessitano sia della capacità di lavorare indipendentemente che di quella di inserirsi efficacemente in un team. Potete cavarvela così: “Mi trovo ugualmente bene a lavorare in team e da solo; facendo ricerche sulla vostra compagnia, leggendo le vostre dichiarazioni d’intenti e i requisiti per il lavoro, ho riscontrato molte somiglianze con il mio precedente impiego in cui c’erano molti incarichi che richiedevano una grande dose di indipendenza e altri che necessitavano di lavoro di squadra.

Come ho già detto sono a mio agio in entrambe le situazioni”; “Alle scuole superiori giocavo a calcio ed ero nella banda. Richiedevano un lavoro di squadra molto differente ma quello che ho imparato a proposito del raggiungere un obiettivo in quanto membro di un gruppo è stato impagabile. Ho continuato ad accrescere la mia capacità di fare parte di un gruppo nel mio corso di marketing dove avevamo molti lavori di squadra. È chiaro che sono anche perfettamente in grado di lavorare da sola”.

9. Porti mai il lavoro a casa?

(Do You Take Work Home With You?)

La domanda potrebbe essere un trabocchetto, perciò state all’erta. Più la vostra risposta sarà lunga più la fossa che vi state scavando da soli sarà profonda. Non esitate ed evitate tassativamente una risposta troppo dettagliata e piena di se, ma, e. L’ideale sarebbe questo: “Quando ce n’è bisogno, non è un problema. Mi rendo conto dell’importanza di rispettare le scadenze e di avere il lavoro pronto per tempo”.

Post del forum consigliati