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Vivere a Sydney: qualche precauzione

Ce lo siamo chieste tutte prima di partire. Ed è probabile che ve lo chiederete anche voi, mentre state progettando un viaggio in Australia, o addirittura mentre state già preparando la valigia.

Sydney è una città sicura per noi ragazze? Quali pericoli si nascondono dietro l’angolo? Girare per strada da sole, riserva dei rischi? Come sarà vivere a Sydney?

È sicuro vivere a Sydney?

Innanzitutto dovete sapere che l’Australia ha un basso tasso di criminalità, riconosciutole a livello mondiale e che,grazie a una politica stabile, i suoi abitanti conducono uno stile di vita piuttosto tranquillo. Viaggiare verso l’Australia e, nel nostro caso verso Sydney, non significa mettere a rischio la propria sicurezza personale, ma è bene seguire alcune precauzioni che vi permetteranno di evitare o limitare le possibilità di compromettere la vostra safety personale.

Per prima cosa tenete i vostri effetti personali con voi; usate uno zaino o una borsa a tracolla e mettete in una bustina portafoglio, documenti, cellulare e chiavi. Quando camminate lungo le strade, mischiatevi alla folla senza timore, se, invece, camminate in una via isolata, allungate il passo e puntate lo sguardo fermo e dritto a voi, come se visualizzaste il vostro obiettivo. Non lasciatevi distrarre da voci, suoni, luci e rumori, pensate a tornare a casa. Se, al contrario, vi mostrate spaesati e insicuri, o talvolta troppo eccentrici e vi fate notare, potreste essere facile preda per ladri di professione o malintenzionati. Io, purtroppo, ho il vizio di fissare le persone, qualche volta non me ne accorgo nemmeno, e spesso rischio di attirare negativamente l’attenzione.

Un altro suggerimento. Non conosco il vostro inglese, ma qualunque sia il vostro livello, imparate a pronunciare nel modo corretto, il vostro nome, a dire “Good morning” (Buongiorno) e “Good evening” (Buonasera) e “How is it going?” o “How are you?” (Come va?). Imparate queste poche frasi come se foste dei veri madrelingua. Capita, talvolta, di venire “raggirati” da malintenzionati che ti salutano per la strada o attaccano bottone, mentre ti vedono ferma ad aspettare il pullman o un’amica. Se nutrite qualche sospetto, semplicemente fingete di essere inglesi o australiani. E’ successo al mio ragazzo, mentre mi aspettava fuori da un ristorante (dove avevo consegnato l’ennesimo curriculum), che due tizi si siano avvicinati e abbiano iniziato a fargli molte domande, subito dopo aver compreso che era italiano e non capiva molto d’inglese. Per fortuna, io sono uscita poco dopo e ce ne siamo liberati in fretta. Ma se fossi stata io al suo posto?

Angoli bui in città

Un problema piuttosto rilevante è l’illuminazione. Se si fa eccezione per il centro, che comprende Circular Quay, George street, vie parallele e perpendicolari, quali Elisabeth street o Pitt street, appena ci sia allontana a piedi o coi mezzi pubblici, treno e autobus, di qualche chilometro si rischia di sprofondare nell’oscurità, quasi totale. Una sera dovevo recarmi a Summer Hill per consegnare un curriculum in un ristorante vicinissimo alla stazione del treno. Peccato che nei dieci minuti tra la stazione e la strada dove era situato il locale, non esisteva nessuna, e dico nessuna illuminazione. Ho camminato praticamente al buio, illuminata solo dai raggi lunari e dalla pallida luce proveniente dalle case intorno a me. Per un attimo ho creduto di essere in un film dell’orrore. Proprio ieri sera stavo tornando a casa dopo il lavoro (abito ad Edgecliff al momento) e mentre attraversavo la strada, Ocean road, anche questa poco illuminata, un uomo è uscito da un vialetto tossendo, ho lanciato un gridolino per lo spavento e lui si è scusato “Sorry!“, ma mi sono accorta che stava ridendo.

Sydney è una città meravigliosa, ma dispersiva. Tutto sembra vicino, ma è, invece, infinitamente lontano, e mano a mano che ci si sposta dal centro e si entra in uno dei mille “suburbs“, ci si ritrova in quartieri residenziali o lunghe vie di negozi, con poca luce e talvolta poche persone. Una sera mi sono addirittura persa, mentre cercavo di raggiungere Haberfield, ho preso un pullman sbagliato, il cellulare si è scaricato poco prima di dirmi quale strada seguire e un tassista si è rifiutato di accettare la carta per pagare il mio ritorno a casa (avevo solo 10 dollari in contanti). Meno male che Andrea (il mio fidanzato) era con me. Un’altra sera, mentre rientravo a casa dal lavoro in direzione Pyrmont, passando per Darling Harbour (era circa mezzanotte, era buio e non c’era un’anima) un topo mi ha attraversato la strada. Sono morta di paura! Quando manca la luce, tutto fa più paura, anche un “mouse“, anche se, a dire il vero, era più un “rat“.

Se i lampioni sono pochi, in compenso le telecamere di sicurezza sono numerosissime e compensano, in parte, il senso di insicurezza dovuto alla carenza nell’illuminazione. Se ci fate caso quasi tutti i luoghi pubblici, stazioni, scuole, centri commerciali, sono dotati di telecamere. Non so voi, ma questo non incrementa molto il mio senso di sicurezza. Non è certo una telecamera a salvarci da un malvivente in una strada buia e isolata e la consolazione che potrò sempre riconoscere il suo volto grazie alla tecnologia, non mi è di grande conforto. Voi, che avete scelto di vivere a Sydney, ne pensate?

Cosa evitare quando si decide di vivere a Sydney

Come in tutte le città, ci sono delle zone che sarebbe meglio evitare, perché godono di una pessima reputazione; Alice Springs, Darwin, Redfern e Kings Cross sono solo alcuni dei quartieri dove è meglio che le ragazze non girino da sole la sera o dove è bene fare attenzione a tutte le ore del giorno. Questa non è una raccomandazione frutto di esperienza personale, ma parere comune sia di Australiani che di Italiani che hanno condiviso la loro esperienza. La stazione di Central non è raccomandabile la sera, perché molti senzatetto dormono lungo i corridoi e talvolta qualche ubriaco può combinare guai, ma la stessa cosa di potrebbe dire per Town Hall o per la zona di Bondi.

A proposito degli “Homeless” che si vedono lungo le vie della città, sono tantissimi, è vero, ma non ho mai avuto la sensazione che fossero davvero “pericolosi”. Per la maggior parte siedono ai lati delle strade, chiedendo la carità; talvolta hanno un cagnolino accanto a sé, altre dormono rannicchiati in una coperta. E’ vero però che alcool e droga possono sempre rendere pericoloso ciò che all’apparenza non lo è, ma trovo molto più dignitoso e percepisco meno pericolo qui in Australia rispetto all’Italia, dove spesso vieni circondata e toccata da sconosciuti che ti chiedono insistentemente l’elemosina.

Uno dei timori più grandi per le donne che affrontano un viaggio da sole è, dunque, proprio quello di fare incontri spiacevoli, ricevere attenzioni poco gradite, non avere senso di protezione. Il mio consiglio è di tenere gli occhi aperti, non fidarsi del primo ragazzo che si incontra, non raccontare i dettagli del proprio viaggio e della propria abitazione a degli sconosciuti, mantenere un atteggiamento sobrio e discreto. Ricordatevi di informare i vostri cari sugli spostamenti che fate (non da Town Hall a Central, ma da una casa all’altra o da una città all’altra) e lasciare loro indirizzo e un recapito telefonico, in modo che possano rintracciarvi in caso di necessità. Per strada cercate di stare all’erta, preferibilmente non indossate gioielli o vestiti troppo eccentrici o vistosi (non compromettete il vostro stile con l’unico fine della vostra sicurezza personale, cercate un equilibrio), tenete sempre portafogli e una carta di credito separata, così che se dovessero rubarvi la borsa, possiate sempre usare la carta di credito che avete nella giacca (non dimenticate nemmeno il numero per bloccare la vostra carta se capitasse il contrario). Per le più timorose potete munirvi del famigerato spray al peperoncino o di sirena antistupro, ma non vorrei allarmarvi troppo(io non ho né spray, né sirena, ma ho un grido potente!).

Piccola astuzia. Se vi siete perse e non avete idea di come uscire da una strada semideserta e si sta facendo buio, non lasciatevi prendere dal panico, ma date l’impressione di sapere dove state andando, prendete un bel respiro e usate il buon senso; le strade sono anche pattugliate da un certo numero di poliziotti perché, se si fa eccezione per la povertà, altri due problemi rilevanti sono l’abuso di alcool e droga, non esitate a chiedere loro aiuto.

L’ultima frase che mi ha detto mio papà prima di partire non è stata: “Ti voglio bene!” o “Mi mancherai”, ma “Non fidarti di nessuno!”. Una raccomandazione di un padre nei confronti di una figlia, ma che riassume tutte le apprensioni dei nostri cari, dei nostri familiari e dei nostri amici che si preoccupano per noi, soli, oltreoceano. Non fidatevi troppo di nessuno, ma solo di voi stesse! Chiedete aiuto se ne avete bisogno e viaggiate consapevoli, forti e sicure. Sydney ha davvero tanto da offrire, non abbiate paura e andate a prendervelo!

Ecco alcuni numeri di telefono importanti che potrebbero esservi utili:

  1. Emergenze (Polizia/Ambulanza/Pompieri): 000
  2. Abortion Hotline: 92333780
  3. Alcohol & Drug Information service: 1800422599
  4. Ambulance booking: 1312 33
  5. Centrecare Pregnancy Support: 92833099
  6. Emergency Prescription Service: 92350333
  7. Medicare: 12 20 11
  8. Poison Information Hotline: 13 11 26
  9. Rape crisis centre: 98196565
  10. Sydney Hospital Emergency: 93827111
  11. Sydney Sexual Health centre: 93827440
  12. Crime Stopper:1800 333 000 (nsw.crimestoppers.com.au)
  13. Taxi nswtaxi.org.au (troverete tutti i numeri delle diverse compagnie per chiamare un taxi)
  14. Sydney Transport:131 500 o visita il sito www.transportnsw.info/en/index

Sydney is a wonderful city but it is also a big city and it is important to constantly be aware of your personal safety”.

 

(Sydney è una città meravigliosa, ma anche una grande città ed è importante essere costantemente consapevoli della propria sicurezza personale)

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