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Lavorare in Australia : le domande del colloquio parte 16

A volte le domande rivolte ai candidati durante un colloquio di lavoro in Australia possono scendere sul personale e richiedere una prontezza che potreste anche non avere vista la situazione di stress in cui vi trovate. Per questo vi invitiamo a prepararvi, almeno sulle domande più probabili, leggendo i nostri consigli ed esempi. 

61)  Perché non sei stato promosso nel corso del tuo ultimo impiego?

(Why weren’t you promoted at your last job?)

I futuri datori di lavoro esamineranno con attenzione la vostra precedente carriera  quando valuteranno la vostra richiesta di assunzione. Si chiederanno spesso perché il vostro precedente capo non vi ha promosso specialmente se state concorrendo per una posizione di livello più alto della precedente. Come fare allora per presentare la vostra storia lavorativa a un ipotetico capo in modo tale da convincerlo che ora siete pronti ad assumere una posizione di leadership nella sua compagnia?

Come costruire una buona risposta

Una buona mossa è dare delle motivazioni logiche per cui non siete stati mai promossi. Magari colleghi rispettati occupavano da lungo tempo le sole posizioni alle quali potevate essere promosso o forse tagli al budget hanno lasciato in sospeso eventuali promozioni. In altre situazioni potreste non aver avuto le credenziali o le capacità richieste dal vostro precedente datore di lavoro per ottenere una promozione. Questa motivazione può funzionare solo se il datore di lavoro per cui state sostenendo il colloquio non richiede o preferisce le medesime qualifiche del precedente. Per esempio potrebbe essere accaduto che il vostro datore di lavoro di prima richiedesse un master per promuovervi ma che questo master non sia ora una qualifica necessaria per il lavoro cui aspirate. Se recentemente avete preso una laurea o avete seguito dei corsi di formazione che hanno ampliato le vostre abiIità e credenziali, allora dovreste citarle come motivazioni del fatto che adesso potete aspirare a un lavoro di più alto livello.

Menzionare le responsabilità e i progetti supervisionati

Un altro approccio può essere quello di menzionare le responsabilità aggiunte che il vostro attuale capo vi ha affidato e che sono indicative delle vostre doti di leadership. Magari siete stati nominati project manager o team leader in un progetto chiave o vi è stato chiesto di unirvi a un comitato di consulenza a proposito di una questione organizzativa. Potrebbero anche avervi chiesto di guidare o formare il personale più giovane e voi siete stati eccelsi nel ruolo. Quando è possibile procuratevi le raccomandazioni dei vostri passati o attuali supervisori che potrebbero affermare che siete meritevoli di una promozione e sicuramente avreste ottenuto un avanzamento se ci fossero state risorse sufficienti o posizioni disponibili. Le referenze possono anche essere sfruttate per sostenere che potete gestire un lavoro di livello più alto e perchè chi garantisce per voi crede che ciò sia vero.

Non criticate l’azienda

Qualunque approccio scegliate, assicuratevi di non criticare il vostro supervisore o l’amministrazione. Abbiamo già più volte ripetuto che giuste o no che siamo le vostre recriminazioni un datore di lavoro tenderà più facilmente a schierarsi con un pari livello che con un dipendente.

62) In che modo il tuo più grande punto di forza ti aiuterà a lavorare?

(How will your greatest strength help you perform?)

Dopo avervi chiesto qual è la vostra più grande forza, un intervistatore potrebbe voler saper in che modo questa forza vi aiuterà a operare concretamente sul lavoro. Quando rispondete collegate il vostro punto di forza sia alla descrizione del lavoro che alla vostra capacità di agire nell’ambito di uno specifico impiego. Vi proponiamo alcuni esempi per capire meglio come rispondere efficacemente.

Esempi di buone risposte

–       “La mia più grande forza è la capacità di lavorare con molte persone differenti. Mi piace imparare da tutti quelli che incontro e in questa posizione chredo che migliorerò le mie capcità di lavorare in squadra”.

–       “Il mio maggiore punto di forza è la mia abilità a focalizzarmi sul mio lavoro. Non mi distraggo facilmente e questo implica che le mie prestazioni sono molto elevate anche in un ufficio movimentato come questo”.

–       “Sono bravissimo a focalizzarmi sui dettagli del mio lavoro. Non mi lascio facilmente distrarre dal qudro generale”.

–       “Le mie capacità organizzative sono la mia maggiroe risorsa. Sono capace di gestire molti progetti contemporaneamente”.

–       “Una delle mie più grandi abilità è quella di gestire bene il mio tempo. Sono in grado di ridurre effettivamente il tempo richiesto per un progetto e completarlo in tempo o addirittura in anticipo rispetto alla tabella di marcia”.

–       “La mia più grande forza è la capacità di delegare i compiti appropriati ai membri della mia squadra. Riesco a identificare i punti di forza delle persone che operano nella mia squadra e le aiuto a utilizzarli per fare in modo che l’intero team lavori in maniera più efficiente”.

–       “La capacità di ascoltare è senza dubbio la mia più grande forza. Faccio molta attenzione a quello che mi viene detto a proposito di qualsiasi cosa: dalle informazioni relative ai progetti attuali ai futuri progetti, finanche alle cose che i miei colleghi hanno fatto durante il week end. Credo che ascoltando bene riesco a portare a termine meglio i progetti e a motivare con più efficacia gli altri”.

63) Ti ritieni una persona fortunata?

(Are you lucky?)

A volte, durante un colloquio, l’intervistatore potrebbe sorprendervi con domande insolite come questa. Sebbene il quesito possa suonare strano, è uno di quelli che i reclutatori potrebbero usare per valutare se siete una persona che ha una visione ottimista o pessimista del mondo. I datori di lavoro generalmente preferiscono evitare i candidati con un attitudine lamentosa del tipo “ho tutte le sfortune del mondo”, quindi dovete dimostrare che non vi lasciate facilmente abattere dalle situazioni difficili.

Come rispondere

Mantenere un equilibrio cercando tuttavia di sbilanciarsi verso l’ottimismo è un buon modo per mettere in vetrina alcuni dei vostri punti di forza e la vostra attitudine positiva. Potete sottolineare le cose che vi hanno aiutato a sostenere alcune sfide, la vostra fortuna nell’aver avuto ad esempio un solido background familiare, grandi mentori, capi che vi hanno ispirato o un’ottima educazione in una scuola all’estero.

Quella che può essere considerata la buona sorte in questi settori è la stessa che in un’ultima analisi vi avrà procurato le risorse per affrontare al meglio il vostro lavoro. Potete anche fare presente il fatto che siete andati incontro a delle avversità come un incidente o un problema di salute nella vostra famiglia o il fallimento di un precedente datore di lavoro. Sebbene dobbiate spiegare in che modo avete affrontato la sfida, assicuratevi di sottlineare che quell’evento non rappresenta più un problema e non risucchia ulteriormente le vostre energie, anzi si è trasformato in un grande senso di consapevolezza di voi stessi e in una grande elasticità mentale.

63) Credi di essere una persona “carina”?

(Are you nice?)

Un importante chief executive nonché presidente di una nota catena di ristoranti americani, in un articolo per il New York Times ha dichiarato di iniziare tutti i colloqui di lavoro con questa domanda. In parte lo fa, così ha sostenuto, perché spaventa la maggior parte dei candidati che non si aspettano di trovarsi di fronte a domande come questa. Effettivamente i job seekers che si sono trovati a dover rispondere a un simile quesito hanno dichiarato che si è trattato di una delle domande più difficili che gli erano mai state rivolte durante un colloquio. . Si tratta di una domanda ingannevole perchè a volte la compagnia potrebbe voler assumere una persona dolce e gentile, altre volte no. Vi diamo alcuni suggerimenti su come rispondere al quesito in modo tale che non sarete colti alla sprovvista.

Come rispondere a chi cerca una persona “carina”

A volte un intervistatore potrebbe rivolgervi questa domanda proprio perché sta cercando una persona affabile da assumere. In questo caso il modo migliore per rispondere alla domanda è riportare un aneddoto tratto dalla vostra vita professionale in cui dimostrate tutto il vostro garbo. Esistono molti modi di essere carini: essere compassionevoli nei confronti altrui, aiutare un compagno di squadra, essere rispettosi nei confronti del capo e dei colleghi.

Pensate al lavoro in gioco e cercate quale tipo di delicatezza potrebbe essere più richiesta in esso dopodiché frugate nel vostro passato lavorativo e trovate un esempio di un’occasione in cui avete dimostrato proprio quel tipo particolare di gentilezza e di come essa vi abbia aiutato ad ottenere qualcosa a lavoro. Per esempio potete raccontare di quanto siete stati affabili mentre lavoravate su un progetto di squadra (magari avete dato ascolto a ogni singolo membro del gruppo e li avete aiutati uno ad uno) e di come la vostra gentilezza abbia aiutato tutti quanti a lavorare insieme e a coportare a termine con successo il progetto.

Potete bilanciare questa risposta descrivendo il modo in cui usate la vostra affabilità per collocare in alto le aspettative per voi stessi e il vostro staff e per fare in modo che i vostri colleghi si mantengano responsabili. Così proverete di saper essere anche duri ed esigenti. Per esempio potreste parlare di un caso in cui avete usato le vostre parole più gentili al posto degli insulti o delle punizioni per incoraggiare un membro dello staff a migliorare le proprie prestazioni.

E se il vostro intervistatore non sta cercando una persona “carina”?

A volte un intervistatore non sta cercando una persona carina e potrebbe al contrario aver bisogno di un impiegato competitivo in grado di tenere alte le aspettative dei colleghi. Anche in questo caso gli aneddoti personali vi aiuteranno a rispondere alla domanda. In primo luogo anche se il vostro probabile datore di lavoro sta cercando una persona poco affabile, non dovete fornire esempi a profusione delle occasioni in cui siete stati meschini o poco collaborativi.

Piuttosto fate un esempio di come la vostra fermezza con un impiegato o un collega hanno aiutato a migliorare il suo rendimento. Potreste citare una situazione in cui siete dovuti intervenire con un impiegato con basso rendimento stabilendo un piano per la crescita e di come lo avete indotto a darsi una mossa o, al contrario, avete dovuto licenziarlo. Potete comunque equilibrare la risposta sostenendo che rimanete una persona collaborativa e che date ascolto ai colleghi e ai membri del vostro staff. Questo proverà che siete motivati e decisi ma anche giusti e ragionevoli.

Se invece non siete sicuri…

In base alla descrizione del lavoro e osservando il vostro intervistatore in genere dovreste essere in grado di capire se vi sta rivolgendo questa domanda perché è alla ricerca di un impiegato affabile o di uno deciso e forte. Potrebbe però capitarvi di non essere sicuri di quello che il datore di lavoro sta cercando e in questo caso dovete munirvi di esempi che vi qualificano sia per la gentilezza che per la fermezza a lavoro. Un aneddoto che descrive la vostra affabilità e un altro che illustra la vostra fermezza dimostreranno al vostro intervistatore che sapete bene qual è la situazione giusta in cui usare la delicatezza.

Pensate all’ambiente di lavoro

Un intervistatore generalmente vi rivolge questa domanda perché vuole assicurarsi che vi adatterete bene all‘ambiente della compagnia. Perciò quando vi viene offerto un lavoro pensate attentamente all’ambiente dell’azienda e verificate se è adatto a voi. Se siete una persona affabile e genuina e l’intervistatore dichiara di non volere persone gentili, allora dovreste pensarci due volte prima di accettare il lavoro. Questa domanda aiuterà entrambi, voi e il vostro intervistatore, a chiarire la situazione.

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