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Le elezioni federali in Australia: e se non voto?

Le elezioni federali in Australia quest’anno hanno visto l’introduzione di una sanzione per chi non vota; non esprimere la propria opinione ai seggi elettorali è un lusso che va pagato a caro prezzo: coloro che dopo essersi iscritti alle elezioni non si sono presentati ai seggi e non hanno una giustificazione valida per questo dovranno pagare una multa di venti dollari.

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COSA VUOI SAPERE?


Le elezioni federali in Australia: come funzionano?

La notizia scioccante per le elezioni federali in Australia è che a partire da quest’anno chi non vota va incontro ad una multa di venti dollari. Si tratta di una manovra difendibile o di uno schiaffo alla democrazia? Prima di affrontare questa questione, vorrei brevemente spiegarti come funzionano le elezioni in Australia.

L’Australia è una democrazia rappresentativa, questo significa che gli Australiani votano per eleggere i membri del Parlamento.

Durante le elezioni federali in Australia viene chiesto agli elettori di scegliere i membri del Parlamento che rappresentino i loro punti di vista e i loro interessi all’interno della House of Representatives e del Senato.

Le elezioni federali in Australia si svolgono come minimo ogni tre anni: questo è il periodo che corrisponde alla durata della carica del Primo Ministro. La House of Representatives è composta da 150 membri, uno per ciascun elettorato dell’Australia. In media vivono circa 150 000 cittadini in ogni elettorato, di cui circa 100 000 sono votanti.

Le elezioni federali di quest’anno sono state insolite sin dalla loro nascita: si è votato dopo un’estensione eccezionale della campagna elettorale.

Ad aver vinto è stata la Coalizione, nella quale si sono unite le forze di centro-destra capeggiate da Malcolm Turnbull. Si è trattato di una vittoria per certi versi controversa perché la maggioranza è stata debole: la Coalizione ha vinto con il 42,13% dei voti, un numero poco distante dal 34,78% totalizzato dall’Australian Labor Party.

Questa incertezza sui risultati delle elezioni ha avuto anche un impatto sul rating dell’Australia: per saperne di più leggi anche l’articolo sulle conseguenze delle elezioni federali sul rating del Paese.

Ma nei dettagli cosa succederà a partire da quest’anno a chi non ha votato?

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E se non hai votato alle elezioni federali in Australia quest’anno?

Il clima di incertezza che ha spinto a posporre le elezioni federali in Australia si è anche manifestato il due luglio con un’astensione dal voto per molti cittadini. In previsione di questo comportamento, quest’anno è stato introdotto un nuovo provvedimento da parte dell’Australian Electoral Commission (AEC), l’agenzia del governo federale con il compito di organizzare, condurre e supervisionare le elezioni federali e i referendum. Un portavoce della AEC ha affermato che coloro che dopo essersi iscritti ai seggi non si sono presentati per votare potrebbero ricevere una notifica per non aver rispettato il loro impegno, in seguito alla quale potranno scegliere tra le seguenti opzioni:

  • Pagare una multa di venti dollari;
  • Fornire una valida ragione del perché non hanno espresso un voto.

Il portavoce della Australian Electoral Commission ha affermato: “se qualcuno si giustifica dicendo che non se la sentiva di votare, non la riteniamo una valida ragione”. Sarà infatti un funzionario della AEC a giudicare la spiegazione che verrà fornita per l’assenza ai seggi.

Sul sito web dell’agenzia si legge inoltre: “Se entro il tempo specificato dalla notifica non riesci a rispondere, non potrai più presentare una ragione sufficientemente valida a esentarti dal pagamento della multa di venti dollari, quindi la questione potrebbe essere portata in tribunale”. In seguito viene anche specificato: “se la questione è trattata in tribunale e risulterai colpevole, potresti essere multato fino a 180$ oltre ad avere le spese processuali a tuo carico; inoltre potrebbe essere registrata contro di te una condanna penale”.

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Perché chi non vota è condannato moralmente e legalmente?

Un portavoce della AEC è rimasto sconcertato dall’idea di non votare, ritenendola inconcepibile. Egli ha infatti affermato: “io mi chiedo semplicemente: perché non votare? È una specie di presa in giro. A parte l’elemento sociale, quello che si chiede con il voto è di dare la propria opinione. Viviamo in una dannata democrazia e in Australia è molto facile avere il diritto di votare, si ha una vera voce in capitolo su chi ci rappresenta, quindi non so perché la gente debba battersi per non votare”.

L’Australian Electoral Commission sostiene che i cittadini fino ad oggi se la cavavano con poco non votando; la commissione ha spiegato: “noi ci occupiamo di confrontare una lista di elettori con l’elenco dei votanti che si sono presentati ai seggi per vedere chi non l’ha fatto. È un processo da manuale per capire chi ha votato e chi no.”

C’è però una buona notizia per chi non si è iscritto al voto: la AEC ha detto che è “fuori questione” votare per coloro che non si sono iscritti. “Se arrivi all’ultimo ai seggi e provi a votare non ti troveremo nella lista degli elettori”, hanno detto. Quindi l’importante è non aver preso anticipatamente l’impegno a presentarti.

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Una riflessione sulle elezioni federali in Australia e sui provvedimenti per chi non vota

A quanto pare in Australia è considerato molto severamente non presentarsi ai seggi. Si rinuncia al diritto di esprimere la propria opinione e così si viene giudicati moralmente inetti. Questo è il messaggio che pare di cogliere dal nuovo provvedimento dell’AEC.

Sono d’accordo sul fatto che votare non è solo un diritto ma anche un dovere del cittadino responsabile, ma è tuttavia plausibile che in un clima politico incerto non si abbiano le idee chiare su cosa sia meglio fare e si decida di lasciare da parte la propria confusione anziché compilare una scheda elettorale con il cuore gonfio di dubbi.

Vorrei concludere riportando una definizione dal manuale di “democrazia rappresentativa”: la democrazia è una “forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo, tramite rappresentanti liberamente eletti”.

E tu, cosa ne pensi?

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