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La mia Cittadinanza Australiana. Intervista a Claudia Arici


Cittadinanza Australiana

Claudia Arici è una ricercatrice italiana di diritto internazionale che vive, studia e lavora a Sydney ormai da quattro anni. A renderla speciale, però, è il fatto che, da qualche giorno, Claudia ha superato l’esame per ottenere la cittadinanza australiana, raggiungendo un traguardo importante, che sarà suggellato nei prossimi mesi con una cerimonia ufficiale. Claudia ci racconta la sua esperienza che l’ha portata dopo ben 1510 giorni a diventare “Citizen” di questo meraviglioso Paese.

Hai viaggiato in tutto il mondo, ma alla fine la tua scelta è ricaduta sull’Australia. Cos’ha di particolare questo paese che ti ha affascinata più degli altri?

Ho viaggiato tanto per passione e per studio, ma alla fine mi sono stabilita (per ora) in Australia banalmente per amore, per poter finalmente trovare una quotidianità con il mio compagno australiano con cui ho vissuto per anni una storia a distanza.

Nel tuo blog “Diario dal Mondo”, racconti l’ultimo splendido traguardo che hai raggiunto: diventare cittadina australiana a tutti gli effetti. Ti senti diversa, ora che sei australiana al 100%? Ti senti anche un po’ meno italiana?

Ancora mi manca un pezzettino prima di diventare australiana al 100%, ovvero la cerimonia di cittadinanza. Per adesso ho fatto e passato l’esame, ma solo con la cerimonia sarò ufficialmente cittadina australiana. Diciamo che comunque la cittadinanza non penso mi farà sentire più australiana e meno italiana. Innanzitutto alla cittadinanza italiana non rinuncerò.

L’Italia ha tantissimi difetti e spesso non la sento come mia, ma è pur sempre la mia patria, la nazione che mi ha visto nascere e crescere, la nazione che mi ha visto partire e ritornare.

Non potrei mai rinunciare al mio paese di nascita e alla sua cultura, che con le dovute precauzioni e modifiche porterò sempre con me.

Anche se non dovessi mai più tornare a viverci in Italia. Perché l’Italia sarà sempre casa per me. E per questo penso che mi sentirò sempre italiana. Infatti al momento non mi sento australiana, pur sentendomi integrata in questo paese. Penso che quattro anni non siano sufficienti, in questo senso.

Una cosa che adori follemente e un’altra che detesti dell’Australia…

Quello che adoro è la natura australiana, e, in particolare, come sia circondata dall’oceano. Quasi tutte le principali città si affacciano sul mare e soprattutto a Sydney dove vivo, l’oceano è davvero ovunque. Quello che detesto (a parte la distanza dall’Italia) sono i suoi poco simpatici animaletti. Dai ragni ai serpenti, dagli scarafaggi agli squali, l’Australia è davvero un posto dove la fauna fa paura!

Quando ho letto “Diversa” nel tuo blog “Diario dal Mondo” mi sono venuti i brividi ricordando di aver provato le stesse sensazioni. Hai trovato un equilibrio ora, o ti senti ancora “diversa” e fatichi a identificarti in una categoria predefinita (citizen, expat, immigrata, straniera, residente etc..)

Con la residenza permanente prima, e con la cittadinanza poi, ho sperato di riuscire a essere considerata per la persona che sono e non per il visto che porto sul passaporto. Ma, si sa, che l’integrazione non è quasi mai una questione di burocrazia. E così ogni giorno negli ultimi quattro anni ho cercato di entrare a far parte veramente della comunità australiana: ho cercato di inserirmi nella vita locale, preferendo gli australiani agli italiani e ad altri stranieri. Ho cercato di partecipare ad attività e iniziative che mi permettessero di sentirmi parte di un gruppo, come una squadra di pallavolo, o una comunità di giardinaggio. Ho cercato di mettere radici per non sentirmi di passaggio in questo paese, instaurando amicizie profonde e comprando casa. Ho cercato di imparare quanto più potessi sulla storia e sulla cultura australiana, perché qui non sono una semplice turista. Insomma, ho cercato in ogni modo di far diventare l’Australia casa mia, non solo dal punto di vista burocratico, ma soprattutto dal punto di vista emotivo. Non posso sempre dire di esserci riuscita, ma spero che col passare del tempo questa situazione vada sempre migliorando.

Questo è stato per te un anno ricco di importanti traguardi, prima il matrimonio e ora la cittadinanza australiana a tutti gli effetti.. Cosa prevedi di conquistare ancora prima della fine del 2015? Quali sono i tuoi progetti?

Prima della fine dell’anno ci sarà sicuramente la cittadinanza, con la cerimonia prevista nei prossimi mesi!

Quando hai capito che avresti voluto essere Cittadina Australiana a tutti gli effetti?

Quando ho deciso di sposare mio marito. Non sapendo dove potremmo lavorare in futuro, abbiamo deciso di mettere le mani avanti e garantirci gli stessi diritti. Diventando entrambi australiani e italiani, (anche lui prenderà la cittadinanza italiana) potremo lavorare entrambi negli stessi posti con gli stessi diritti e questo ci faciliterà sicuramente la vita.

Dai un consiglio a chi sta ancora affrontando, o affronterà, il percorso burocratico amministrativo per ottenere la cittadinanza australiana.

Hang in there“, come dicono qui, ovvero “Portate pazienza“. So che spesso è un processo lento e complicato, ma pensate solo al vostro obiettivo finale. La cittadinanza australiana è un enorme privilegio e fonte di orgoglio, e vale la pena affrontare tutto l’iter burocratico per raggiungerla! E pensate che avere a che fare con la burocrazia australiana è, comunque, mille volte meglio che dialogare con quella italiana!

Ti sei svegliata diversa il mattino seguente? Che sensazione hai avuto?

Diciamo che il grosso sospiro di sollievo lo tirerò il giorno dopo la cerimonia… o forse il giorno che riceverò il mio passaporto BLU… ma posso dirti che quando ho visto quel “Congratulations” alla fine del test mi sono quasi commossa. È stato un lungo percorso che mi ha portato fino a qui, non è stato sempre facile, ma se mi guardo indietro non vedo che i momenti positivi e le tappe che mi hanno fatto arrivare a questo giorno.

Credi che il senso di uguaglianza e rispetto reciproco siano maggiori in Australia che nel resto del mondo?

Non posso sicuramente giudicare su scala globale, ma se mi chiedi un paragone con l’Italia posso senz’altro dirti che l’Australia in questo è di molto avanti. Uno dei principi base in Australia infatti è la “mateship”, ovvero la fratellanza. Qui in Australia c’è molto rispetto per l’altro e per il bene comune. Certo, le mele marce sono ovunque e sicuramente anche qui ci sono criminali e farabutti. Ma in generale, il popolo australiano è molto più rispettoso, tollerante e civile che quello italiano.

Qual era il tuo desiderio, quale il tuo scopo, quando hai iniziato a scrivere il tuo blog tre anni fa?

Banalmente di rendere partecipi la mia famiglia e i miei amici alla mia vita australiana. Non sempre si ha il tempo e la voglia di scrivere lunghe e dettagliate email a tutti, e così mi è venuta l’idea del blog: un modo semplice e veloce per tenere aggiornate tante persone. Poi col tempo ho acquisito lettori “estranei” e gli argomenti trattati sono aumentati.

Quando ho letto il tuo articolo sul giorno del tuo matrimonio, mi sono commossa. Il tuo è l’esempio di un matrimonio multiculturale felice; come si vincono le differenze culturali e linguistiche in una coppia?

Mi commuovo anche io ogni volta che lo leggo o che penso a quel giorno! Quando eravamo solo fidanzati, per anni io e mio marito siamo stati a distanza e questo non è stato per niente facile. Così come non è stato facile convivere all’inizio e per me vivere in Australia. Abbiamo dovuto imparare a conoscerci e a rispettarci. Così come a conoscere e a rispettare le nostre culture. E devo ammettere che non ci siamo ancora riusciti del tutto.

Ci sono aspetti della cultura australiana che non mi piacciono, e alcuni di quella italiana che lui non capisce. Ed è giusto così. L’importante è cercare di non giudicare, ma di accettare l’altro e la sua cultura per quello che sono.

A livello linguistico però è importante parlare “la stessa lingua”. E questo non vuol dire necessariamente scegliere una lingua piuttosto che l’altra: quello che è importante è cercare di comunicare al meglio, perché spesso sono banali incomprensioni linguistiche a creare problemi nella coppia.

Dove avete trascorso il vostro viaggio di nozze?

La settimana dopo il matrimonio siamo andati in Francia e abbiamo passato qualche giorno a Parigi e poi a Rennes e Nantes. Ma il nostro viaggio di nozze vero sarà in Messico l’anno prossimo.

Il tuo amore per gli animali è risaputo. Ma se fossi un animale, cosa saresti e perché?

Mi sono sempre immaginata come un cavallo selvatico o un delfino, perché per me rappresentano la libertà. Sono sempre stata molto indipendente, amo i miei spazi e poter fare le mie cose. Quello che proprio non controllo è l’essere dipendente da qualcuno… e proprio per questo il periodo iniziale in Australia, quando non avevo nessuno oltre al mio compagno, non è stato per niente facile da sopportare per me.

C’è un posto dell’Australia che vorresti visitare, che ancora non hai visto, e un altro che, invece, senti di consigliare caldamente ai lettori?

Non vedo l’ora di poter vedere la barriera corallina e fare immersioni lassù! Purtroppo non ne ho ancora avuto modo, ma sicuramente verrà il giorno giusto anche per quello. Le classiche Sydney e Great Ocean Road non vanno perse, ma io consiglio tantissimo anche Kangaroo Island, vicino ad Adelaide. Davvero da non perdere!

Fai una classifica delle tre città più belle che hai visto nel mondo.

Oddio, domanda difficilissima! Ma se proprio devo scegliere vado con le tre: Sydney, Seattle Stoccolma.

Secondo il tuo articolo che classifica le tipologie di viaggiatore, tu sei VAP (viaggiatore attento e parsimonioso), ma qual è la vera ragione che ti spinge a viaggiare?

Sicuramente il fatto di scoprire posti nuovi e culture diverse. Mi piace confrontarmi con la diversità: che sia il Marocco o il Giappone, il Vietnam o il Canada, cerco di portare via qualcosa da ogni posto che visito. Andare in un paese per passare tutto il tempo chiuso in un hotel per me equivale al non viaggiare, perché una vacanza del genere non mi dà niente… a parte il relax! Mi piace visitare città interessanti e ammirare paesaggi mozzafiato. Mi piace provare piatti nuovi e fare esperienze diverse. Insomma, mi piace ogni tanto uscire dalla mia “comfort zone”.

Dai tre consigli pratici e insoliti a chi arriverà a Sydney nei prossimi giorni o nelle prossime settimane, o mesi.

1) Assicuratevi di avere parecchi risparmi a vostra disposizione perché Sydney è davvero una città molto cara.

2) Uscite dal centro e dai quartieri lungo la cosa, per scoprire angoli autentici e particolari della città, come nell’Inner West. Ci sono molti angoli nascosti come i relitti di Homebush Bay o il giardino giapponese di Auburn che molti non conoscono, semplicemente perché non compaiono nelle solite guide sulla città.

3) Ammirate la città dall’acqua. Muovetevi sui traghetti a vostro piacimento e avrete una visione di Sydney davvero unica.

Ora che sei cittadina Australiana DOC scrivi la tua filosofia di vita con due frasi, una in inglese e una in italiano.

“Tra vent’ anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto” e “It’s not whether you get knocked down, it’s whether you get back up that counts”.

Quali sono i tuoi progetti per i prossimi anni? Come sarà l’australiana Claudia Arici nel futuro?

Il mio prossimo obiettivo è sicuramente di concludere il dottorato e di trovare un lavoro. Il secondo è quello di mettere su famiglia.

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