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Fare il microbiologo in Australia : intervista a Luca

Circa un paio di mesi fa ho conosciuto Luca nel gruppo Facebook dell’associazione “Il Faro”, un ragazzo oggi impiegato in un laboratorio Microbiologico di una multinazionale singaporegna a Mildura, nel Victoria. Gli ho chiesto di raccontarmi la sua avventura in Australia, passando da tritare aglio a lavorare in un laboratorio.

Dall’Italia a Sydney

Ciao Antonino, mi chiamo Luca ho 25 anni e vivo in Australia da Aprile 2012.

Arrivai qui dopo aver conseguito una laurea in tecniche di laboratorio biomedico e aver maturato un anno di esperienza tramite borsa di ricerca. Dopo tre mesi di false promesse, illusioni, mancate opportunita lavorative e la ferma convinzione di non potermi creare una identita’ professionale e famigliare in Italia, mi baleno’ in mente l’idea di emigrare.
Ero indeciso tra Vancouver in Canada e Sydney dove, alcuni mesi prima alcuni miei cugini avevano già intrapreso questa avventura, quindi per questioni burocratiche, logistiche e comodità nel non essere da solo dall’altra parte del mondo scelsi Sydney.

Da un idea nella mia testa a visto e bagagli in mano passarono 15 giorni, giusto il tempo di fare il Working Holiday Visa e il passaporto.
Non avevo nulla da perdere, tanto valeva provare e se proprio non fosse andata bene sarei tornato a casa con una esperienza in più nello zaino e magari con l’inglese migliorato.

Dopo 24 ore di volo arrivai a Sydney sotto un diluvio che i Sydneysiders non vedevano da decenni : “ Che bell’accoglienza”  pensai.  Mi ricredetti il giorno dopo: l’Australia sconvolge tutte le tue convinzioni.
Rimasi sopratutto sorpreso dalla gentilezza degli impiegati pubblici nel darti una mano, la cortesia della gente nel salutare l’autista del bus a ogni fermata, le code civili e non ammassate e il rispetto per le opere pubbliche.

Non sono tutte rose e fiori

Col tempo capii che non era tutto rose e fiori e che anche qui più che altrove ci sono seri problemi di droga, alcool, maleducazione giovanile, sicurezza e inaspettatamente lavoro.
Si, perché dopo le prime settimane passate come in vacanza tra serate e divertimenti vari mi accorsi che i soldi si allontanavano dal portafogli e il lavoro non si avvicinava.
Problemi di lingua, inesperienza e visto erano i maggiori, ebbi qualche colloquio come barman o cameriere ma nulla si tramutò in un lavoro concreto. Per cercare di rimediare alle carenze linguistiche feci un corso di inglese di una ventina di ore con una amica australiana per rinfrescare le basi ma come anche lei mi disse, ci vuole pazienza applicazione e tempo.

Lasciare Sydney e trovare un lavoro alla svelta

Non si impara l’inglese in 1 mese,  ci vogliono anni. Così dopo un esperienza fallimentare come lavavetri che conclusi dopo qualche ora a causa di problemi di sicurezza (lavare vetri a 5-6 metri di altezza su di una scala pericolante senza protezioni alcune e con i pioli tenuti su con lo scotch, rigorosamente in nero) decisi di trasferirmi in periferia, nell’outback in cerca di farm, dove pensai non ci sarebbe stato nessuno, dove esperienza e inglese non sono fondamentali.

Scelsi Mildura a caso, guardando annunci di lavoro su Gumtree. Contattai l’ostello e comprai il biglietto con gli ultimi soldi rimasti consapevole di dover lavorare sin da yesterday come usano dire gli australiani.
Fui fortunato, iniziai a lavorare in un vigneto il giorno dopo del mio arrivo, 10$/h 10 ore al giorno a spaccarmi la schiena per 2 mesi, lavoro duro ma stimolante perché sapevi che a fine giornata ti eri meritato i tuoi soldi. È una cosa che consiglio a tutti, un ‘esperienza x capire il valore del lavoro duro e incondizionato. Nel frattempo mi resi conto che ero stato davvero fortunato, molti nel mio ostello non trovavano lavoro (troppa gente per troppo poco lavoro), o se lavoravano riuscivano a racimolare 30 / 40 dollari al giorno cogliendo broccoli 6-8 ore al giorno e l’affitto da pagare era inesorabile a 150$ ogni giovedi. Pena per il ritardo : kick out of the hostel (cacciato fuori dall’ostello ndr.).

Passarono i mesi e cambiai lavoro, dai campi alla azienda alimentare il passo fu breve. Lavorai per 3 mesi nella rinomatissima Garlic Factory, lavoro d’eccellenza del backpacker , 15$/h 8 ore  dove mi occupavo di mincing, tritare aglio per fare l’impasto del garlic bread, puzza da morire ma sacrificandomi in quel modo sapevo di lavorare tutti i giorni. Altri che si rifiutarono finirono chiamati meno a lavoro o mandati a casa del tutto.
Sin dal mio arrivo in Australia inviai migliaia di cv nel mio campo lavorativo non ottenendo mai una risposta. Non mi persi mai d’animo e ogni giorno consultavo i maggiori motori di ricerca lavorativi inviando curriculum come fossero pioggia che veniva giù dal cielo.
Per mesi non ebbi una singola risposta, quando alla fine, in novembre 2012, arrivò una chiamata da una multinazionale singaporegna che voleva aprire un nuovo laboratorio microbiologico a Mildura.

Finalmente la svolta

Mi invitarono per un colloquio e sin dal principio furono schietti, mi dissero che mi avevano chiamato solo per curiosità, perchè il mio curriculum era interessate, ma il fatto che non fossi permanent aveva complicato le cose.

Gli spiegai che ero interessato a rimanere e non ero un semplice backpacker di passaggio e che esisteva la possibilità di una sponsorizzazione e continuai il colloquio. Dopo 1 ora e mezza di colloquio era chiaro che avessi fatto bella impressione, da sguardi di indifferenza si era passati a sorrisi e strette di mano.
Mi dissero che mi avrebbero fatto sapere in 3 settimane, il giorno dopo mi chiamarono offrendomi lavoro e sponsor.
Da li la mia vita cambiò radicalmente e ora mi ritrovo con una identità professionale e con buoni propositi per una vita familiare rispettosa. Valori che andavo cercando quando partii.

I consigli che mi sento di dare

I consigli che mi sento di dare sono :

  • Provare a cercare lavoro fuori dalle zone battute, l’Australia è ormai meta massiccia di gente di tutto il mondo e tutti si riversano tra Sydney, Melbourne e Brisbane. La concorrenza e’ estrema e se non si hanno qualifiche adeguate, esperienza professionale e un inglese decente non si trovera’ mai alcun lavoro.
  • Il visto WHV preclude molte opportunità lavorative in lavori skillati (lavori qualificati ndr.). In questi 2 anni ho conosciuto un sacco di gente, italiani e non, ma la stragrande maggioranza non ha trovato un modo per restare. Il tasso di persone che possono restare e’ sempre piu basso e io onestamente sono stato fortunato a trovare il lavoro al posto giusto al momento giusto. Se fossi stato a Sydney un australiano con le mie qualifiche l’avrebbero certamente trovato e quindi io non avrei mai ottenuto il lavoro.
  • Impegnarsi e non mollare, ne ho visti molti venire qui e pensare solo a divertirsi, ubriacarsi e drogarsi salvo poi lamentarsi quando non avevano più un lavoro. Se sei qui per lavorare devi lavorare, un datore di lavoro ti da un lavoro se ti impegni, non ti assumono solo per carità perché per loro è business, non vacanza.

Un saluto e un augurio nel coronare al più presto i vostri obbiettivi qui down under!

QUALCHE DOMANDA A LUCA

Qual’è lo stipendio medio di un ricercatore nel tuo settore?

Io percepisco 55.000 $ annui, ma in città, se si riesce a trovare, si prende tra i 70.000 $ e i 90.000 $ all’anno. Il miglior consiglio che posso dare è quello di fare più esperienza possibile in italia e arrivare qui con un master se possibile.

Che differenze di vita c’è tra Mildura e Sydney?

A Mildura tutto costa meno, eccetto la benzina che ha un costo leggermente maggiore. La vita qui la trovo un po’ come quella di un paese in Italia, con i soliti luoghi e le solite persone. Come case posso dirti che io pago 280$ di affitto a settimana per una casa da 3 stanze da letto, cucina, soggiorno, salotto, 2 bagni, lavanderia, doppio garage e giardino.

Hai mai pensato di tornartene in Italia?

No, mai, perchè l’Italia non mi ha dato opportunità, qui invece mi sto costruendo un futuro.

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