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Il velo di Maya

Scorrendo gli articoli pubblicati nei giorni scorsi, noterete che ricorre molto spesso la parola obiettivo, perché è  ciò cui dobbiamo tendere durante la nostra esistenza; ma qual è lo scopo? Qual è il motivo della tua vita? Perché sei nato? Qual è la tua mission?

La storia di Nathaniel Hawthorne

A questo proposito ho pensato di scrivervi di un uomo vissuto nella metà del diciannovesimo secolo. Egli era insoddisfatto della vita che stava conducendo. Sentiva che ciò che stava facendo della propria esistenza non era lo scopo per il quale era nato. Un giorno era in preda ad una forte crisi di identità, e la moglie, cercando di tranquillizzarlo, prendendogli la mano, gli sussurrò di lasciar perdere tutto ciò che stava facendo, per concentrarsi solo ed esclusivamente sullo scopo per il quale era nato.

Quell’uomo era Nathaniel Hawthorne, l’autore di quello  che di lì a poco sarebbe diventato un emblema della letteratura classica, La lettera scarlatta, uno dei libri più letti in assoluto. Hawthorne ripensando a quel periodo scriveva “Non vivevo, ma sognavo di vivere”.

Il nostro scopo nel mondo

Sei sicuro di non avere una tua lettera scarlatta? Ognuno di noi ce l’ha. Ogni essere umano su questa terra ha il proprio scopo. A volte abbiamo l’impressione di non averlo perché forse siamo sordi al suo richiamo. I se e i ma si affollano tra i nostri pensieri, e non ci rendiamo conto che essi limitano il nostro sviluppo. Fermandoci un secondo a riflettere, siamo davvero convinti di sprecare una vita pensando a ciò che potrebbe accadere, senza mai trovare il coraggio per fare le scelte giuste? Se continuerai a leggere questo articolo vedremo insieme qualche semplice metodo per iniziare a scoprire il nostro scopo su questa terra.

Innanzitutto precisiamo che il nostro cervello tende ad usare le immagini per recepire ed immagazzinare le informazioni. Pensiamo per esempio alla parola casa. Che cosa ti viene in mente al primo impatto? Sicuramente penserai alla sagoma di un edificio o alla semplice facciata di una casetta. Senza dubbio il primo segnale che ti invierà il tuo cervello sarà un’immagine.

PNL e submodalità

A questo punto, sapevi che le immagini che ti verranno in mente non sono sempre le stesse. Esse cambiano a seconda del livello delle tue convinzioni. Queste sono quelle che in PNL vengono definite submodalità. Che cos’è la PNL? E le submodalità?

Con l’acronimo PNL si indica la Programmazione Neuro-Linguistica, e si tratta di un approccio alla comunicazione e allo sviluppo personale, nato in California negli anni Settanta del secolo scorso. Le submodalità invece, riguardano il modo in cui il cervello ordina e interpreta un’esperienza. Una caratteristica delle submodalità è il fatto che appunto, a seconda di quanto siamo convinti o meno relativamente ad una determinata situazione, le immagini vengono rappresentate in modo diverso. Le convinzioni che aleggiano dentro di noi, oscurano la realtà in maniera simile al velo di Maya di Schopenhauer.

Ritorniamo a pensare al concetto di casa. Rifletti se l’immagine ad esso associata sia in movimento o fissa,  e se sia a colori o in bianco e nero. Nella tua immagine mentale ci sono dei rumori, senti dei suoni? Oppure, l’immagine che ti sei creato è muta? Lo sfondo è sfocato rispetto all’immagine in primo piano, oppure pensi a qualcosa messo completamente a fuoco, creando così un’immagine nitida?

Alzare il velo di Maya

Le risposte che darai a queste domande saranno le tue submodalità della certezza. Così  come accade per concetti elementari come potrebbe essere quello della casa, la tua immagine mentale potrebbe subire dei mutamenti anche se ti fermassi a pensare a ciò che sei e a ciò che desideri di diventare. Nel caso in cui ti trovassi a pensare alla tua essenza e non fossi convinto di ciò che vedi nella tua mente, l’immagine nel tuo cervello apparirebbe in modo diverso.

Per esempio, pensando alla casa molto probabilmente avrai immaginato una sagoma nitida, a colori e fissa. Nel caso in cui non fossi convinto di ciò che sei, potrebbe accadere che nella tua mente l’immagine da fissa diventi in movimento, e passi da nitida a sfocata.

Tranquillizzati. Prenditi del tempo, crea una rappresentazione di te nella tua mente. Se l’immagine corrisponderà alle submodalità della certezza, sei sulla strada giusta. Stai seguendo quello che è il tuo percorso designato. Nel caso in cui non ci fosse una corrispondenza con le submodalità descritte in precedenza, è ora di ragionare con calma su ciò che sei e chi sei diventato. Sei davvero convinto che valga la pena adeguarsi ad una vita che non è la tua, che non è quella che tu desideri?

Nel caso in cui trovassi delle discordanze con le submodalità dell’incertezza, non ti allarmare, perché ti stai accingendo a svelare la tua verità. Sei ancora in tempo per rimediare.

Alza il velo di Maya della tua esistenza e inizia un nuovo cammino.

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