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La cosa migliore per presentarsi bene in Australia

Credi che il tuo Curriculum Vitae sia il documento più importante nella ricerca di un lavoro? Ti sbagli o almeno in parte, perché una buona lettera di presentazione può fare la differenza

È chiaro che un CV ben scritto, ricco di esperienze formative e lavorative è un ottimo strumento per aiutarti a ottenere un posto di lavoro tuttavia, secondo molti esperti, una buona lettera di presentazione  (cover letter) è l’arma più efficace della quale puoi disporre per garantirti maggiori possibilità di un colloquio.

Molti datori di lavoro in Australia, infatti, procederanno prima alla lettura di questo documento e se insoddisfatti potrebbero decidere di non considerare nemmeno il tuo curriculum. Al contrario se la tua lettera di presentazione sarà scritta in maniera efficace e convincente il datore di lavoro potrebbe addirittura  convocarti per un colloquio solo sulla base di essa.

Perché la lettera di presentazione in Australia è così importante?

Ci sono almeno due buone ragioni per le quali la lettera di presentazione è tanto importante nell’ambito della ricerca del lavoro: in primo luogo perché consente di rivolgerti in maniera precisa al datore di lavoro per quel che riguarda la posizione cui aspiri, lasciando al cv, che a questo punto può essere più generico e contenere anche esperienze meno pertinenti, il compito di descriverti in maniera più estesa; in secondo luogo perché attraverso la lettera di presentazione puoi accattivarti le simpatie del datore di lavoro sottolineando quali sono per te gli elementi di fascino nella mansione proposta, avendo così la possibilità di indicare con chiarezza quale specifico apporto le tue competenze e le tue abilità personali possono dare alla società.

 

Come scriver un’efficace lettera di presentazione in Australia

Attenzione a non sottovalutare la scrittura della tua lettera di presentazione la quale richiede più impegno e attenzione del CV stesso. Innanzitutto assicurati di essere ben informato sia sulla posizione per la quale ti candidi, sia sulla società che offre il lavoro. In questo modo sarai in grado di identificare le parole chiave pertinenti al ruolo e potrai usarle nella tua lettera.

Fai in modo che dal tuo testo emergano gli sforzi fatti per cercare informazioni sul lavoro e sulla società che lo propone: il principale non potrà che apprezzarlo. Se poi il nome della società non fosse esplicitato nell’annuncio concentrati sulle competenze relative alla mansione richiesta. Per ultimo non trascurare di inserire formule di cortesia come: ‘sono veramente interessato/a a lavorare per un’organizzazione con i vostri valori oppure ‘credo che la mia personalità si adatti alla vostra struttura organizzativa’.

ASSUNTA GRAZIE ALLA COVER LETTER

Pubblicando il link dell’articolo sul gruppo Facebook dell’associazione “Il Faro”, una ragazza ha commentato dicendo che i suoi capi l’hanno assunta solo leggendo la sua lettera di presentazione. Ho voluto allora porle qualche domanda.

Ciao Chiara, chi sei e di cosa ti occupi in Australia?

Ciao Antonino, sono una trentenne romana arrivata a Sydney circa un anno e mezzo fa con un Working Holiday Visa, insieme al mio fidanzato, italiano anche lui.
Dopo i primi due mesi di “assestamento”, ci siamo messi alla sistematica ricerca di un lavoro adatto alle nostre rispettive competenze, lavoro che e’ arrivato nel giro di poco tempo.

Attualmente sono Marketing Manager/Office Administrator/Bookkeeper per una piccola società australiana operante nel campo dell’Energy Efficiency, ma inizialmente sono stata assunta dalla stessa società come Marketing Assistant/Office Administrator/Bookkeeper, per poi ottenere una promozione a Manager nel giro di sei mesi.

Raccontami del tuo colloquio e della lettera di presentazione.

Mi trovo d’accordo con te quando, in questo tuo articolo, poni l’attenzione sull’importanza di scrivere una buona lettera di presentazione in quanto nel mio caso so che ha fatto la differenza.

Aggiungo che la lettera di presentazione, oltre a dover evidenziare le proprie capacita’ ed esperienze in maniera pertinente rispetto alla posizione di lavoro offerta e ai valori specifici dell’azienda, dovrebbe essere indirizzata, per quanto possibile, alla persona giusta.

Nel mio caso, ad esempio, l’annuncio era stato pubblicato direttamente dall’azienda sul famoso sito per la ricerca lavoro SEEK. Non c’era scritto nome o email della persona di riferimento in quanto veniva richiesto semplicemente di “cliccare” su un determinato tasto per rispondere all’annuncio, ma invece di limitarmi a mandare il curriculum vitae attraverso il sito, ho fatto lo sforzo ulteriore di cercare più informazioni possibili in merito all’azienda e alle persone che ci lavoravano per identificare i rispettivi ruoli.

Così facendo sono riuscita a risalire al contatto del CEO, al quale mi sono rivolta direttamente tramite email. Per fartela breve li ho colpiti per il mio spirito di iniziativa e la settimana successiva sono stata invitata per un colloquio al quale ha fatto seguito, solo due ore dopo, l’offerta economica.

Ovviamente questa tattica non vale per tutti, quella in cui lavoro io è una piccola società, va da se che se parliamo di grandi aziende il miglior referente potrà essere un responsabile delle risorse umane o il referente dell’agenzia di recruitment.

Per quanto riguarda l’inglese, è chiaro che più è accurato e meglio è, anche se ovviamente il livello che si aspettano da una persona che dovrà occupare una posizione in ambito marketing/comunicazione sarà nettamente superiore a quello richiesto per una posizione nel campo IT, come nel caso del mio fidanzato.

Per quanto riguarda il colloquio, ho cercato di non farmi cogliere impreparata ed ho preso qualche ora di lezione con Cathy di “Sydney x Italiani”, un’insegnante d’inglese giovanissima, ma molto qualificata che ha vissuto per un po’ in Italia e che dunque conosce quali sono i nostri errori più comuni. È stata una risorsa preziosissima in quanto mi ha aiutata a prepararmi sulle domande classiche da colloquio del tipo:

  • Perché vorresti lavorare proprio per noi?
  • In che modo la tua esperienza lavorativa e le tue skills possono essere utili nella alla nostra azienda e, nello specifico, alla posizione offerta?
  • Cosa sai della nostra azienda?
  • Sai gestire il tuo lavoro autonomamente? E come ti trovi a lavorare in Team? Fammi degli esempi di situazioni specifiche che ti sono capitate in cui hai dimostrato le tue abilità.
  • Come ti vedi tra cinque anni?
  • Hai progetti a lungo termine in Australia? (Questa la fanno soprattutto a chi arriva con un Working Holiday Visa, perché se poi decidono di investire su di te sponsorizzandoti vogliono avere la certezza che non te ne andrai di li a poco)
  • Quali sono i tuoi punti di forza e le tue debolezze?
  • Cosa ti aspetti da questo lavoro?
  • Hai delle domande da farci? (Mai rispondere di no, magari possiamo fare delle domande su qualcosa che abbiamo letto sul loro sito per andare sul sicuro)

Queste sono solo delle linee guida, poi è evidente che a secondo del ruolo specifico potranno essere rivolte delle domande diverse. Ad esempio il mio fidanzato, ingegnere informatico, assunto come System Analyst da un’azienda mastodontica nel campo del mining e construction, è dovuto passare attraverso 3 fasi: un colloquio preliminare conoscitivo con l’agenzia di recruitment da cui e’ stato contattato sempre tramite SEEK, durante il quale ha dovuto presentare in linea generale le sue competenze, un colloquio prettamente tecnico con quello che poi è diventato il suo capo e infine un altro con la responsabile delle risorse umane in cui gli sono state poste domande per farsi un’idea sulla sua personalità e capire se sarebbe stato adatto a lavorare in un team cosi eterogeneo e multiculturale.

Tra l’altro le domande che ho scritto sopra sono spesso valide anche per i colloqui di lavoro in Italia e sinceramente ad alcune di quelle avrei avuto difficolta’ a rispondere anche in italiano li’ per li’, figurati in inglese se non mi fossi preparata un pochino!

Quali sono, secondo te, gli aspetti chiave da esporre in una lettera di presentazione?

Secondo me non va fatto tanto un riassunto in ordine cronologico della propria esperienza lavorativa, già comunque presente nel curriculum vitae, quanto colpirli con capacità personali e professionali sviluppate attraverso le specifiche esperienze e il motivo per il quale quelle capacità andranno sicuramente a rispondere a quelle richieste nell’offerta lavorativa.

Ad esempio, non dire soltanto che siamo “ordinati” ed abbiamo una particolare “attenzione per i dettagli” o che siamo “multitasking”, ma cerchiamo piuttosto di dire in poche parole in quale contesto abbiamo messo in atto queste skills: quando ho lavorato per questa o quella società ho dovuto gestire una serie di attività contemporaneamente e grazie a questa esperienza ho acquisito un’eccellente multitasking skill portando a termine ogni incarico con precisione e nei tempi richiesti.

Se invece sono richieste capacità tecniche particolari o la conoscenza di altre lingue, piuttosto che indicare semplicemente che ne abbiamo una conoscenza “base”, “intermedia” o “avanzata”, magari potremmo specificare in che ambito e per quanto tempo abbiamo dovuto utilizzare quel determinato strumento/parlare quella determinata lingua, specialmente poi se non abbiamo certificazioni ufficiali a supporto. Questo perchè se specifichiamo che abbiamo dovuto, sempre per fare un esempio, utilizzare la piattaforma WordPress per contribuire alla creazione del blog della società per la quale abbiamo lavorato per un certo periodo, piuttosto che usato Photoshop per l’elaborazione delle immagini, sicuramente daremo l’impressione di conoscere davvero questi strumenti e non di averne letto soltanto qualcosa sul web.

Stessa cosa per il discorso delle lingue. Se invece di averle soltanto studiate a scuola, specifichiamo che abbiamo vissuto per un periodo all’estero, saranno sicuramente più propensi a pensare che le abbiamo parlate davvero e non che ne abbiamo solo una conoscenza “scolastica”, oltre al fatto che li informeremmo così di aver già vissuto in contesti multiculturali.

Mi rendo conto che molte delle cose che ho scritto possono sembrare scontate ma forse per molti le cui candidature vengono scartate non lo sono.

Quali sono invece quelli da evitare?

Evitare di sottolineare troppo cosa non sappiamo fare. È quasi impossibile che quando si risponde ad un annuncio di lavoro si abbiano il 100% delle competenze elencate, ma questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare a priori. Nella lettera possiamo semplicemente omettere i nostri punti deboli oppure, meglio ancora, cercare di scrivere in poche righe cosa siamo disposti a fare per colmare tali lacune.

Ad esempio io ero preparata in ambito marketing ma non in quello di bookkeeping (contabilità) ma non mi sono data per vinta e nella lettera di presentazione ho specificato che mi sarei impegnata a seguire dei corsi per imparare ad usare il loro software di contabilità e che avrei studiato da autodidatta se si fosse reso necessario. Il corso alla fine non l’ho mai fatto perchè mi hanno insegnato tutto loro, io ho soltanto comprato un libro (tra l’altro a loro spese), ma questa mia disponibilità a mettermi in gioco e ad imparare, sommata alle competenze che avevo per coprire l’altra parte del ruolo sono state vincenti.

Oppure quasi sempre leggiamo che è richiesto un inglese fluente. Partendo dal presupposto che in Australia si parla inglese e quindi è evidente che l’inglese deve essere buono, è pur vero che qui sono ben pochi i madrelingua, perciò non facciamoci intimidire. Certo se stiamo proprio a zero sarà piuttosto improbabile che finiremo in un ufficio (ma allora perché non studiarlo prima piuttosto che venire allo sbaraglio?), ma se partiamo da una buona base ce la possiamo fare. Magari ad esempio possiamo indicare che ci siamo recentemente iscritti ad un corso serale di Business English o stiamo prendendo delle lezioni private per migliorare il nostro inglese, ma solo se lo stiamo facendo o abbiamo intenzione di farlo davvero.

Nella lettera di presentazione evitare poi forme troppo colloquiali ed errori grammaticali. Ormai internet ci permette di trovare infiniti esempi di lettere di presentazione, CV ecc… approfittiamone, investiamo del tempo a confrontare lettere scritte da altri. Se ci sentiamo troppo insicuri facciamoci aiutare da professionisti che possano leggere, correggere e darci “dritte” su come perfezionare ciò che abbiamo scritto. Esistono poi dei libri per avere un’idea generale, come ad esempio “Cover Letters for Dummies” o “Australian Resumes for Dummies”.

Quanto è durato il tuo colloquio di lavoro?

Il colloquio è durato circa mezz’ora. Nel mio caso, poiché ho avuto modo di parlare direttamente con il CEO e la persona responsabile delle risorse umane, non mi è stato richiesto di effettuare ulteriori colloqui. Sono stata congedata con un: “stiamo vedendo altre persone, ma ti faremo sapere entro le prossime due settimane”. Non so cosa si siano detti quando me ne sono andata ma due ore dopo ho ricevuto la loro telefonata in cui mi anticipavano che avrei ricevuto l’offerta economica lo stesso giorno e se avessi accettato e avrei potuto iniziare quando volevo.

Hai qualche suggerimento da dare alle ragazze e ai ragazzi che stanno per affrontare il mondo del lavoro australiano?

Prepararsi bene. Nell’era dell’informatica non abbiamo più scuse per non informarci: le risorse esistono, usiamole.

Si trova davvero di tutto sul web: dagli esempi di lettere di presentazione e curriculum vitae, ad esempi di come affrontare un colloquio di lavoro. Possiamo iscriverci alle newsletter dei siti di ricerca/offerta lavoro per vedere ogni giorno quanti annunci vengono pubblicati per il nostro campo, quali sono i requisiti chiave o quali sono gli stipendi medi per il nostro settore specifico tanto per farci un’idea di come vanno le cose e per non farci trovare impreparati nel caso in cui ci chiedessero quanto ci aspettiamo di guadagnare. Sfruttiamo tutte le risorse gratuite disponibili e prepariamoci un budget da investire per quelle a pagamento (corsi, libri, consulenze di professionisti).

Noi non siamo arrivati in Australia con il posto di lavoro già pronto, ma sapevamo quali possibilità avevamo perché abbiamo studiato molto il mercato nei nostri rispettivi settori già prima di partire. La certezza di trovare non l’avevamo, ma almeno avevamo un’idea di come muoverci. Abbiamo perfezionato il nostro inglese, ci siamo persino esercitati nella simulazione dei colloqui e il lavoro l’abbiamo trovato, anche buono e poco dopo è arrivata la sponsorizzazione. Insomma, nel nostro piccolo ce l’abbiamo fatta. Magari abbiamo esagerato nella preparazione… per molti potrebbe essere più facile, chi lo sa.

Ciao Antonino e grazie!

Per leggere la lettera di presentazione con cui Chiara è stata assunta, clicca qui

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