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Trasferirsi e trovare lavoro in Inghilterra

Come trasferirsi e trovare lavoro in UK

di Giulia Gagliardi

Siamo fortunati: vivendo all’interno dell’Unione Europea non c’è bisogno di particolari richieste, visti o autorizzazioni per trasferirsi in un altro Paese che appartiene alla Comunità e lavorare. La Gran Bretagna, nonostante un forte movimento che vorrebbe l’uscita dall’Unione (entro 2017 ci sarà un referendum per decidere se rimanere o meno al suo interno), non fa eccezione.

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Per poter usufruire di tutti i vantaggi e soprattutto dei diritti garantiti dal Paese ai suoi abitanti, tuttavia, devi procurarti alcuni documenti appena possibile. Ecco quali sono e come fare per procurarseli prima di trasferirsi.

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Come entrare nel Paese?

Sembra ovvio: basta la carta d’identità. Consiglio, però, di viaggiare anche con il passaporto (se non ce l’hai procuratelo, in un mese e mezzo circa è pronto). Al border control, ovvero quella che noi chiameremmo “dogana degli aeroporti” vedrai agenti storcere il naso quando gli presenterai la carta d’identità (soprattutto se è ancora quella cartacea). Il loro controllo, infatti, prevede la lettura elettronica del documento, che prevede una parte digitale, l’RFID, che contiene tra gli altri i tuoi dati, la scansione della tua immagine e delle tue impronte. Mi è successo ogni singola volta che mi sono recata al border control con la mia fida carta d’identità che mi venisse chiesto se avessi a disposizione un altro documento (no, la patente non vale in questa situazione). Quindi, per evitare lungaggini e sguardi torvi ti consiglio di usare il passaporto. Vedrai che ti servirà in tante occasioni per certificare la tua identità.

Curiosità: I britannici non hanno alcun documento personale di riconoscimento (se non il passaporto, che però non tutti posseggono visto che non è obbligatorio). Non è quindi necessario nemmeno per noi expat portarcelo sempre dietro, se non quando entriamo/usciamo dal Paese o richiediamo altri documenti.

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Come cercare lavoro?

Per lavorare esiste il famigerato NINO (ma viene di rado chiamato così dalle autorità o dal potenziale employer, meglio NIN). Il National Insurance Number è un codice composto di lettere e numeri che ti viene assegnato in via esclusiva (quindi è solo tuo, non puoi scambiarlo con altri, chiederlo o concederlo in prestito) e ti identifica per tutto quello che riguarda il pagamento delle tasse e dei contributi. Anche dovessi fare un lavoro che ti fa guadagnare meno di una certa somma, per cui sei esonerato dalle tasse (nell’anno 2015-2016 il limite stabilito è di 155 pounds/settimana come employee, cioè dipendente), devi comunque avere questo numero.

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Puoi applicare (fare richiesta) solo se ti trovi già sul territorio britannico. Basta chiamare il numero 0345 600 0643 (8am-6pm, dal lunedì al venerdì), cui risponde il Department for Work and Pensions. Spieghi che stai facendo richiesta per il NIN e ricevi un appuntamento. Prendi bene nota: dovrebbe seguire poi una lettera via posta tradizionale con la conferma dell’incontro, ma, ad esempio a me, non è mai arrivata e ho passato un mese a sperare di aver segnato l’appuntamento in modo corretto.

L’incontro sarà fissato per un certo giorno e una certa ora al Job Centre Plus (ex ufficio di collocamento che al momento svolge anche altre funzioni. Stay tuned, ne riparleremo) più vicino a te. Presentati con tutte le prove di identità che hai (passaporto, carta d’identità). Impara a memoria i tuoi numeri di telefono e l’indirizzo (anche se sei ospitato temporaneamente a casa di qualche amico). Se le hai porta con te le bollette di luce o acqua che certifichino l’indirizzo (e che siano a nome tuo, se ce le hai). In Gran Bretagna chiedono solitamente due tipi di documenti: una prova della tua identità e una del tuo indirizzo. In particolare sono ossessionati da quest’ultimo. Per fortuna il NIN vale come prova dell’indirizzo, ma prima bisogna ottenerlo. Incontrerai un funzionario che compilerà dei moduli con i tuoi dati e visionerà i documenti. Tra le domande ci sarà anche quella relativa al perché stai facendo la richiesta: lavori? Stai cercando lavoro? Studi? Sii pronto e sicuro di te nel rispondere.

Tempi: il colloquio dura circa 20-30 minuti. il tempo di attesa per l’arrivo del NIN varia, ma ti informano che è di almeno sei settimane.

Costo: zero, a parte le spese per recarsi all’appuntamento.

E’ nato prima il NIN o il lavoro?

C’è chi consiglia di avere prima il NIN e poi di cercare lavoro e chi dice il contrario. Come sempre esiste del vero in entrambe le affermazioni. Essendo cittadini europei si ha il diritto di trasferirsi, stabilirsi e cercare lavoro in Gran Bretagna, e questo è il primo punto fermo. È anche vero che se provi a cercare lavoro tramite i form online delle aziende (penso a quelle della grande distribuzione, che avevo analizzato prima di avere il NIN), scopri che alcune richiedono il numero. È altrettanto vero che se hai già un lavoro non ti negheranno il NIN (cosa in ogni caso non così usuale). Come fare? Consiglio di procurarsi il NIN appena possibile e di cercare allo stesso tempo lavoro. Se dovessero chiedertelo comunica che hai già fatto richiesta e stai aspettando la lettera di conferma.

Dove metto i soldi?

Con la NIN in mano (e/o un’altra prova dell’indirizzo, come una bolletta), insieme con il documento di identità (la carta d’identità cartacea non viene quasi mai accettata, se non da Lloyds Bank, stando alla mia esperienza, quindi passaporto), aprire un conto in banca in Uk è semplice. Basta recarsi in una qualsiasi filiale, chiedere un appuntamento per l’apertura e poi presentarsi quando stabilito. Anche se di solito bastano quelli di cui ho scritto sopra, chiedi sempre quali documenti vogliono che tu porti, altrimenti rischi di fare un giro a vuoto. Un gentile operatore ti spiegherà i vari conti cui puoi accedere e prenderà i tuoi dati. Ti sarà anche chiesto probabilmente che cifre circoleranno sul tuo conto (stipendi, borse di studio, ecc.). Ricordati di informati prima sulle offerte della banca (basta andare sul loro sito), per valutare quella migliore per te.

E la salute?

L’ultimo documento essenziale è quello circa il medico di base, che in Gran Bretagna è detto GP (General Practitioner). I GP non hanno studi personali, ma di gruppo, le surgeries. Sulla home page dell’NHS (il sistema sanitario nazionale) troverai una schermata di ricerca chiamata Find local services. Indica come opzione GP e inserisci il tuo post code (qualcosa di simile al nostro CAP ma molto, molto più specifico visto che identifica una piccola area). Ti darà tutte le surgeries che si trovano nel tuo post code o a breve distanza con informazioni varie, come servizi offerti, sito, telefono e soprattutto recensioni. Navigando è probabile troverai altri commenti che ti aiuteranno a decidere.

tip: Va bene cercare il dottore vicino, ma dedica un po’ di tempo a capire se fa per te, leggi le recensioni degli altri!

Sul sito della surgery è di solito indicata la procedura per l’iscrizione, ma se devi anche ottenere (e la prima volta è necessario) il tuo NHS number recati di persona: alla reception qualcuno risponderà alle tue domande e ti darà i moduli da compilare. Il numero di iscrizione all’NHS e la conferma del GP arriveranno via lettera. Conservala.

Riassumendo: cosa serve per trasferirsi

Parti con passaporto, patente e carta d’identità non scaduti e validi per un periodo di tempo adeguato (almeno un anno). Appena arrivato e trovato alloggio prendi appuntamento per il NIN. Se non hai bollette a tuo nome (non vale quella del telefono cellulare) aspetta il NIN per aprire un conto in banca. Scegli anche il tuo GP e iscriviti all’NHS.

Se hai qualsiasi dubbio circa le procedure per trasferirsi, per ottenere il NIN, il conto in banca o il GP o hai un’esperienza da raccontare, commenta questo articolo! Risponderò ai tuoi dubbi e alle tue domande.

Giulia Gagliardi

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Showing 2 comments
  • Alessandro

    Ciao, ma volendosi trasferire con compagna e figli c’è qualche aiuto economico e magari l’assegnazione di una casa tipo le nostre popolari? Grazie

    • Giulia Gagliardi

      Contrariamente al passato, il sistema britannico di benefits (aiuti economici in caso di disoccupazione, oppure sostegno alle famiglie o ancora l’accesso a una council house, vale a dire a quella che noi definiremmo casa popolare) non è molto generoso. Come sempre in questo Paese per accedervi tutti devono dimostrare di avere i requisiti (che sono abbastanza stringenti e rispetto a cui non si fanno eccezioni) e fare comunque i conti con la tendenza a tagliare le spese da parte del governo e delle amministrazioni locali.
      Per quanto riguarda i cittadini europei questi hanno diritto a trasferirsi in Gran Bretagna e a soggiornarvi per tre mesi senza alcuna condizione. Passato questo tempo, per rimanere più a lungo devono essere in una delle seguenti condizioni: avere un lavoro, cercare attivamente un lavoro (con concrete possibilità di ottenerlo), avere sufficienti fondi per essere indipendenti o essere un familiare di qualcuno che si trova nelle tre condizioni appena citate. Solo dopo i tre mesi e solo rispondendo a questi requisiti si può fare domanda per ottenere dei benefits.
      Alla presentazione della domanda generalmente si è soggetti al cosiddetto “habitual residence test” in cui devi dimostrare di avere il diritto di vivere in UK e che intendi dimorare stabilmente sul suo territorio. Questo di solito significa che viene avviata un’indagine sul tuo stato occupazionale e da dove provengono i tuoi introiti, sullo stato degli altri membri della tua famiglia, sulla tua situazione a livello di alloggio.
      Tra gli aiuti a cui puoi avere accesso ci sono: sostegno per redditi bassi (Income Support), sussidio di disoccupazione (Jobseeker’s Allowance), aiuto per la casa (Housing Benefit) e per pagare la Council Tax (un sorta di tassa che copre spazzatura, servizio di polizia e altre emergenze, ecc., che chiunque viva in una casa deve pagare), oltre ai benefici per la presenza di figli (Child Benefit).
      A febbraio di quest’anno il primo ministro David Cameron ha ottenuto dall’Unione Europea che i cittadini UE possano accedere ai benefits solo dopo quattro anni da quando hanno iniziato a lavorare nel Paese (in modo che abbiano contribuito per almeno quattro anni alle casse dello Stato). Questo freno dovrebbe poter essere protratto per altri sette anni a fronte di situazioni di difficoltà per i conti pubblici britannici. Al momento però a pesare è l’incertezza su come andrà il referendum del 23 giugno, in cui si stabilirà se la Gran Bretagna rimarrà o meno dentro l’Unione Europea: in caso di uscita bisognerà ricontrattare diversi aspetti che riguardano anche il diritto dei cittadini europei a stabilirsi, lavorare e ricevere benefits in UK, mentre nel caso si rimanga dentro l’Unione potrebbero comunque esserci nuove disposizioni.
      Per essere “on the safe side”, il mio consiglio è di trasferirsi in Gran Bretagna (che è un Paese caro e come si è visto non troppo generoso) con un lavoro o con buone probabilità di ottenerlo (quindi conoscendo l’inglese a sufficienza e avendo capacità e/o esperienze spendibili sul mercato dell’occupazione) più i fondi per mantenersi per almeno tre mesi.

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