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Lavorare in Australia : le domande del colloquio parte 5

Oltre a tentare di conoscervi, un capo durante un colloquio in Australia potrebbe essere interessato a sapere cosa vi aspettate dal lavoro o come pensate di gestire alcune situazioni delicate. Potrebbe anche farvi domande per capire quale sia il vostro livello di autostima. Dal momento che alcuni di questi quesiti potrebbero essere molto insidiosi, continuiamo a proporveli fornendo anche delle risposte plausibili per fare il miglior effetto possibile sull’intervistatore.

15. Quanto a lungo ti aspetti di lavorare per questa società?

(How long do you expect to work for this company?)

Dire che desiderate avere il lavoro per poco tempo o che avete intenzione di trasferirvi o di tornare a studiare, non è una buona strategia. Con tutta probabilità il vostro futuro datore di lavoro vuole assumervi per un periodo abbastanza lungo quindi nella vostra risposta dovreste sottolineare quanto sia attraente per voi la prospettiva di quel posto: calcate la mano sugli aspetti del lavoro che vi affascinano particolarmente e vi fanno sperare di rimanere presso l’azienda per un lungo periodo di tempo. Come al solito ecco alcuni esempi di risposte possibili: “Credo che questa compagnia abbia la possibilità di offrirmi una carriera ricca e soddisfacente e vorrei rimanervi fintanto che il bilancio sarà per me positivo”; “Vorrei proseguire la mia carriera qui per tutto il tempo in cui ne avrò l’opportunità”; “Mi piacerebbe rimanere impiegato qui finché saranno necessarie le mie prestazioni”:

16. Che tipo di stipendio ti aspetti?

(How much do you expect to get paid?)

Innanzitutto dovete essere capaci di quantificare in termini monetari il vostro valore sul mercato del lavoro: nel computo andranno messi tutti i vostri titoli e le vostre esperienze che vi rendono un candidato più o meno appetibile. In secondo luogo è necessario che conosciate quali sono in media gli stipendi offerti per la vostra professione. Per questo dovete fare delle ricerche.

Negoziare il salario

Una volta chiarite le idee sulla cifra cui potete aspirare, cominciate ad essere molto pazienti. Durante il colloquio non tirate in ballo la questione economica finché non lo fa l’intervistatore. Se vi venisse chiesto quali sono le vostre aspettative salariali rispondete che il compenso complessivo dovrebbe essere valutato in base alla posizione che andrete ad assumere o che siete interessati a conoscere meglio le responsabilità e le sfide che dovrete fronteggiare prima di parlare di soldi. Un’altra opzione possibile è quella di presentare al datore di lavoro una fascia di reddito basata sulle ricerche che avrete fatto prima di andare al colloquio. Inoltre, quando vi viene fatta un’offerta, non dovete immediatamente accettare o rifiutare. Un “Devo pensarci su” è sufficiente. Il vostro atteggiamento ambivalente o addirittura un netto rifiuto, potrebbero darvi un valore aggiunto, se il capo è seriamente intenzionato ad assumervi, inducendolo a rilanciare sull’offerta. Non dimenticatevi di calcolare quale sarà il vostro stipendio al netto delle spese.

Negoziare un aumento

Per chiedere un aumento dovete essere preparati: raccogliete tutto il materiale possibile che testimoni l’eccellenza delle vostre prestazioni lavorative. Informatevi anche sulle politiche retributive dell’azienda. Alcuni manager hanno dei limiti di budget e possono concedere aumenti solo in determinati periodi, indipendentemente dai risultati del vostro operato. Abbiate le idee chiare sulla cifra che volete chiedere e stabilite un range che sia giustificabile in relazione al vostro lavoro. Inoltre preparatevi a valutare altre opzioni: al posto di un aumento vi potrebbero offrire un paio di settimane di vacanze in più all’anno. La flessibilità è fondamentale nel mondo del lavoro di oggi. Ricordatevi infine che il vostro datore di lavoro dovrà valutare la richiesta di aumento con il capo delle risorse umane e, qualora vi siano, con gli altri manager dell’azienda. Se l’aumento non vi viene concesso semplicemente perché la società non ha i fondi sufficienti o perché non vuole creare dislivelli nelle retribuzioni dei dipendenti, almeno potrete dire di averci provato. In questo caso ponderate attentamente se il lavoro nell’azienda vale complessivamente le vostre fatiche, indipendentemente dallo stipendio.

17. A che ritmo lavori?

(How would you describe the pace at which you work?)

Attenzione a cosa rispondete a questa domanda. Siamo infatti di fronte a uno di quei casi in cui ‘veloce’ non è necessariamente sinonimo di ‘meglio’. Alcuni datori di lavoro potrebbero infatti preferire impiegati che lavorano più lentamente ma in maniera costante. È ovvio che qualcuno lento al punto da non riuscire a consegnare il lavoro in tempo non sarebbe un buon acquisto ma lo stesso potrebbe dirsi di un impiegato che lavora freneticamente per tutto il giorno. Un buon modo per rispondere a questa domanda è dire che nonostante il vostro ritmo sereno e costante siete sempre in grado di consegnare il lavoro in tempo. Dilungatevi a descrivere la vostra abilità nel gestire progetti e portarli a compimento entro i tempi previsti dalla tabella di marcia quando non in anticipo. Se state concorrendo per un lavoro in cui ci sono dei criteri oggettivi per valutare i risultati (ad esempio il numero di chiamate effettuate o ricevute), usate esempi concreti per dimostrare come avete raggiunto e superato gli obiettivi proposti.

18. Come ti descriveresti

(How would you describe yourself)

Quando rispondete a questa domanda, tenete bene a mente per quale lavoro state facendo il colloquio, il tipo di società, l’ambiente lavorativo. La vostra risposta dovrebbe dimostrare all’intervistatore perché siete la persona adatta per il lavoro ma anche per il tipo di azienda. Vi diamo alcuni esempi di risposte brevi ma efficaci:

–       “Sono una persona socievole. Mi piace incontrare tanta gente diversa sul posto di lavoro”;

–       “Sono un perfezionista. Faccio attenzione a tutti i dettagli e mi preoccupo che ogni cosa venga fatta correttamente”;

–       “Sono un creativo. Mi piace trovare soluzioni alternative ai problemi e mantenere la mente aperta su ciò che può funzionare al meglio”;

–       “Sono efficiente e altamente organizzata. Questo mi consente di essere quanto più produttiva possibile a lavoro”;

–       “Mi piace risolvere i problemi e trovare le soluzioni tempestivamente”;

19. Come ti comporteresti se il tuo capo avesse torto?

(How would you handle it if your boss was wrong?)

La vera domanda è: “Se il tuo capo avesse torto al cento per cento come gestiresti la situazione?” Ovviamente è una di quelle domande che servono a capire come vi destreggiate nelle situazioni difficili.

Risposte caute

Un’ottima prima risposta potrebbe essere: “Dipende dalla situazione e dalla personalità del capo” alla quale aggiungere poi un’elaborazione più articolata come queste: “Il mio supervisore attuale non ama che la sua autorità venga messa in discussione. É abbastanza nuovo del campo e quasi tutte le persone che lavorano sotto di lui sono lì da molto più tempo. Non gli scoccia imparare continuamente le procedure, come vengono fatte le cose o come funziona il sistema informatico. Se però uno di noi osa dirgli che qualcosa che lui vuole non funzionerebbe, si arrabbia tantissimo. Perciò io non gli do mai torto, qualunque cosa mi dica di fare sorrido e dico ok. Poi se conosco un modo migliore di fare la cosa che mi ha chiesto lo uso, gli presento i risultati che voleva e non gli dico, né gli dirò mai, che ho usato un’altra procedura. Lui ha i risultati ed è felice. Io mi sono risparmiato lo stress di essere sgridato e gli ho dato quello che voleva, quindi sono felice. Il mio precedente supervisore invece, una donna, era più accomodante e se le dicevo che potevo fare meglio la cosa che mi aveva chiesto in modo diverso da quello che lei voleva mi rispondeva semplicemente: ‘Ok. Fallo'”; oppure: “Se fossi assunto per un nuovo lavoro probabilmente non mi permetterei di contestare il mio supervisore perché penserei di non saperne abbastanza. Tranne per il lavoro che sto per cominciare. Il mio nuovo capo ha ammesso di essere nuovo in questo lavoro e che ci sono molto cose che fa una segretaria e che lei non sa come fare, così lei dipenderà da me per quanto riguarda il funzionamento dell’ufficio.”

20. Se chiedessimo a qualcuno che conosci perché dovresti essere assunto, cosa risponderebbe?

(If the people who know you were asked why you should be hired, what would they say?)

Per tastare la vostra autostima, il vostro futuro capo può farvi questa domanda che serve a capire cosa credete che gli altri pensino di voi, delle vostre qualifiche e delle vostre abilità. Potreste rispondere così: “Sono certa che se chiedeste ai miei amici perché dovrei essere assunta vi risponderebbero che posseggo tutte le abilità richieste nella descrizione del lavoro e ho oltre dieci anni di esperienza nel settore. Le parole che userebbero per descrivermi sono: lavoratrice infaticabile, professionale, affidabile e capace di fare gioco di squadra”.

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